Si è dichiarato non colpevole
Trump arrestato per l’assalto a Capitol Hill e subito rilasciato: “Un’altra incriminazione e vinco le elezioni”
Esteri - di Carmine Di Niro
Incriminato per la terza volta. Donald Trump ancora una volta si è dovuto recare in tribunale, in questo caso a Washington, per esser messo in stato di fermo nell’ambito delle indagini per l’assalto al Congresso degli Stati Uniti compiuto da alcuni suoi sostenitori nel gennaio del 2021.
Quattro le accuse nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti, ritenuto colpevole di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, con l’obiettivo di rimanere in carica nonostante la vittoria del candidato Democratico e attuale presidente Joe Biden.
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Ovviamente il tycoon si è dichiarato non colpevole per tutti i capi di accusa, compreso quello gravissimo di aver cospirato contro gli Stati Uniti: alla fine dell’udienza Trump, favorito d’obbligo nelle Primarie Repubblicane che decideranno il futuro candidato alla Presidenza per le elezioni che si terranno nel 2024, è stato rilasciato. La prossima udienza è fissata per il 28 agosto.
Incriminazione che è arrivata in un clima teso, con misure di sicurezza massime nella capitale. Trump è arrivato al tribunale vicino al Campidoglio attorno alle 15:15 di giovedì, quando in Italia erano le 21:15. Una volta entrato in aula, l’ex presidente è stato messo in stato di fermo, che negli Stati Uniti è una procedura standard quando una persona viene incriminata con il sospetto di aver commesso un crimine non violento. L’ex presidente, giunto in aereo nella capitale e vestito con un abito blu e cravatta rossa, ha evitato ancora una volta di esser sottoposto alla foto segnaletica, una sorta di “trattamento speciale” considerato il suo ruolo.
Prima dell’incriminazione aveva tuonato sul suo social, Truth: “Mi serve un’altra incriminazione per assicurarmi la vittoria. Ora sto andando a Washington per essere arrestato per aver contestato un’elezione corrotta, truccata e rubata. È un grande onore, mi arrestano per voi“, ha proseguito il tycoon rivolgendosi ai suoi sostenitori e lasciando la sua residenza a Bedminster, in New Jersey.
Al termine dell’udienza, durata poco più di 30 minuti, Trump non ha parlato con i giornalisti presenti dentro e fuori dal tribunale, ma prima di salire sul suo aereo privato all’aeroporto di Washington si è limitato a criticare di nuovo l’incriminazione, definendola “la persecuzione di un oppositore politico”.
“This is a very sad day for America.” — Donald Trump speaks following his arraignment in Washington, DC pic.twitter.com/4FcR1SbTNC
— Laura Loomer (@LauraLoomer) August 3, 2023
Quella di giovedì è l’incriminazione più grave per Trump e prevede le pene più pesanti. Ma l’ex presidente deve fare i conti anche con altri processi: a giugno era stato incriminato in un tribunale federale a Miami per aver conservato nella propria villa di Mar-a-Lago alcuni documenti governativi riservati, col processo che dovrebbe iniziare a maggio.
Quindi la prima incriminazione in ordine di tempo, quella relativa al processo per un pagamento illegale all’attrice di film porno Stormy Daniels. In questo mese poi potrebbe arrivarne una quarta, relativa alle presunte interferenze nelle elezioni in Georgia: l’inchiesta riguarda la possibilità che Trump abbia cercato di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali nello stato, per cercare di ottenere i voti necessari per ribaltare il risultato generale in proprio favore.