L'indagine sul racket
La scomparsa di Kata a Firenze: arrestato lo zio, perquisiti i genitori della bambina
Cronaca - di Redazione
Potrebbe esserci una svolta nelle indagini sulla scomparsa della piccola Kata, la bambina peruviana svanita nel nulla il 10 giugno scorso da Firenze. La Squadra Mobile della città ha arrestato quattro uomini, tra cui lo zio materno di Kataleya Alvarez: sono tutti accusati di essere tra i responsabili del raid punitivo contro due persone che si sarebbero rifiutate di pagare le stanze dell’ex hotel Astor, la struttura occupata da decine di famiglie e sgomberata dopo la scomparsa di Kata.
Contemporaneamente i carabinieri hanno perquisito i familiari della bambina, compresi la mamma e il padre, Kathrina e Miguel, che non sono indagati: si tratta di una “perquisizione conto terzi”, spiega la Procura.
I quattro arrestati sono finiti in carcere con le accuse di tentato omicidio, lesioni gravi, estorsione, tentata estorsione e rapina: due settimane prima della scomparsa di Kata, il 28 maggio, un cittadino ecuadoregno si gettò da una finestra per scappare alle violenze di un clan di occupanti, riuscendo a salvarsi per miracolo.
In una nota la Procura, a dirigere e coordinare gli accertamenti sono il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e la pm della Dda Christine Von Borries, spiega che i reati “sono risultati commessi nel quadro di una illegittima attività di compravendita del diritto di occupare le stanze nella struttura alberghiera, con esazione dalle persone che volevano entrare di somme dai 600 ai 700 euro”.
“I quattro indagati, lo scorso 28 maggio, nell’esecuzione di un raid punitivo nei confronti di più occupanti dell’hotel Astor, hanno attuato un primo pestaggio con una mazza da baseball, minacciando di morte una coppia di connazionali, ove non avessero lasciato la stanza. Dopo essersi allontanati per qualche istante, gli aggressori proseguivano le violenze nei confronti di altri occupanti una stanza viciniore per fare ritorno incappucciati nella stanza della coppia e dirigendosi minacciosamente verso la vittima designata, che per timore di essere uccisa si appendeva con le mani sul davanzale della finestra e si faceva cadere al suolo”, scrive ancora la Procura.
Una vicenda che potrebbe essere in qualche modo intrecciata alla scomparsa della bambina. Al momento, a quasi due mesi dalla scomparsa della bambina, i punti fermi nell’inchiesta restano sostanzialmente due orari: le 15:13, quando per l’ultima volta Kata viene ripresa da una telecamera mentre è sulle scale del cortile dell’ex Astor, e le 15:45, quando la madre torna dal supermercato in cui lavorava non accorgendosi della scomparsa della figlia. Dopo aver chiesto notizie ad un parente che viveva nella struttura, ottenendo rassicurazioni, andrà a farsi una doccia salvo poi scoprire che nel frattempo Kata era sparita nel nulla.
(in aggiornamento)