Il Covid non va in vacanza. In sole due settimane anzi va registrata l’avanzata dirompente di una variante del virus Sars-Cov-2: la sigla è Covid EG.5 e nelle “cronache internazionali” aveva fatto capolino soltanto il 19 luglio scorso.
Ad oggi, trascorse solo due settimane, è già la seconda variante più diffusa al mondo dopo Arturo (XBB.1.16). Per questo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’ha inserita tra le varianti sotto osservazione: al momento registra il più alto tasso di crescita perché ha raddoppiato il suo peso relativo in meno di un mese.
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Come riferisce Repubblica, questa nuova variante classificata come Vum (lista dei mutanti sotto monitoraggio) il 19 luglio scorso è un lignaggio discendente di XBB.1.9.2 (Acrux) con una mutazione aggiuntiva (F456L) nella proteina Spike.
Al momento è stata registrata in 45 Paesi scalzando grande alla sua incredibile diffusione la variante Kraken (XBB.1.5) che, al contrario, nello stesso periodo si è mostrata in calo costante: dal 13% all’11,6%. Kraken che resta presente in 120 Paesi, pur se in ritirata, ed è prevalente nelle Americhe (25%) e in Europa (20%). Arturo invece viene riportata dall’oma in 100 Paesi, in particolare nel Paficifo dove è prevalente.
La nuova variante EG.5 ha ampia diffusione nella regione del Pacifico Occidentale, che comprende Estremo Oriente e Oceania, dove al momento si conta l’82% dei contagi globali, ma è poco presente nel resto del mondo. Non è al momento chiaro se l’aumento dei contagi nel Pacifico Occidentale sia connesso alla diffusione di EG.5 e a una sua potenziale maggiore capacità di eludere il sistema immunitario.
Il pool di esperti internazionali che monitora le varianti di Sars-Cov-2, dando un nome – spesso piuttosto evocativo – a quelle principali, l’ha subito ribattezzata Eris, come il pianeta nano scoperto nel 2003, uno dei più grandi conosciuti nel nostro sistema solare, chiamato così in onore dell’antica dea greca della discordia.
La variante EG.5 in Italia
Anche in Italia si affaccia la variante Covid EG.5. Secondo l’ultimo report settimanale di monitoraggio, “in base ai dati di sequenziamento depositati in I-Co-Gen, nell’ultima settimana di campionamento consolidata, 10/07/2023 – 16/07/2023 (dati al 31 luglio 2023), si continua ad osservare una co-circolazione di ricombinanti di Omicron attenzionati a livello internazionale, con una predominanza di sequenziamenti attribuibili a XBB.1.9 (28,7%) e XBB.1.5 (22,1%). Nella stessa settimana, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a EG.5.1, discendente di XBB.1.9.2 con mutazioni addizionali S:F456L e S:Q52H in crescita in diversi Paesi, è risultata pari all’8,8%“.