Il Sahel in fiamme

Colpo di stato in Niger, la giunta militare ha chiuso il suo spazio aereo: scaduto l’ultimatum ECOWAS, rischio intervento armato

Esteri - di Carmine Di Niro - 7 Agosto 2023

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Colpo di stato in Niger,  la giunta militare ha chiuso il suo spazio aereo: scaduto l’ultimatum ECOWAS, rischio intervento armato

In Niger la situazione potrebbe essere fatalmente vicina all’orlo del precipizio.  Nel Paese dell’Africa occidentale sconvolto lo scorso 26 luglio da un colpo di Stato realizzato dalla Guardia presidenziale, l’unità d’élite dell’esercito che ha deposto e arrestato il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, la giunta militare guida da Abdourahmane Tchiani, il capo della stessa Guardia presidenziale, domenica sera ha chiuso lo spazio aereo sopra tutto il paese.

La mossa è una risposta all’ultimatum scaduto dell’ECOWAS, la Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale che comprende 15 stati africani, che aveva intimato alla giunta militare di restituire il potere a Bazoum, agli arresti in un palazzo della capitale Niamey.

Un rappresentante della giunta militare, leggendo un comunicato in diretta tv domenica sera, ha detto che “poiché la minaccia di un intervento sta diventando più concreta, lo spazio aereo nigerino è chiuso a partire da oggi”. Il comunicato diceva anche che l’intelligence nigerina aveva avuto informazioni che “una potenza straniera” si stava preparando a invadere il paese.

Proprio a Niamey vi è la situazione più tesa dal punto di vista di quello che potremmo definire “ordine pubblico”: in strada sono scese migliaia di persone che hanno manifestato a sostegno della giunta militare, inneggiando a slogan contro la Francia, da cui ha ottenuto l’indipendenza soltanto nel 1960 e che mantiene nel Paese un continente di circa 1500 militari impegnati principalmente in operazioni di contrasto all’estremismo islamico diffuso in tutta la regione del Sahel. Nelle stesse manifestazioni di piazza sono stati cantati invece slogan inneggianti alla Russia, che da anni ormai sta guadagnando forte influenza nell’area.  La manifestazione più imponente è avvenuta però allo stadio di Niamey, dove si sono riunite oltre 30mila persone: qui hanno acclamato alcuni rappresentanti della giunta, i nuovi padroni del Paese, e hanno sventolato bandiere del Niger e della Russia.

La situazione politica nell’area è a dir poco caotica. Di fronte all’ultimatum dell’ECOWAS due paesi, Burkina Faso e Mali, entrambi sospesi dall’organizzazione a seguito dei propri colpi di stato, avevano esplicitamente annunciato di essere disposti ad intervenire militarmente in difesa della giunta militare ora al potere in Niger.

Lo stesso ECOWAS appare diviso al suo interno e per potersi muovere, anche militarmente, la Comunità ha bisogno del consenso dei due terzi dei propri stati membri (o dell’unanimità, non vi sono allo stato informazioni certe sulle regole da applicare in casi come quello del Niger).

Contro un intervento militare in Niger si è espresso ad esempio il Senato della Nigeria, lo stato più influente ed al momento a capo dell’ECOWAS, ma anche Algeria e Ciad hanno espresso forti critiche sul possibile intervento armato a Niamey. In un’intervista di sabato il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha detto che il suo paese “rifiuta categoricamente qualsiasi intervento militare”.

Fonti militari dell’ECOWAS, che dalla scadenza dell’ultimatum non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, parlando con il Wall Street Journal hanno fatto sapere di aver bisogno di più tempo per preparare un intervento in Niger: “Dobbiamo rafforzare le nostre forze prima di partecipare a una simile operazione militare. Il successo di qualsiasi operazione militare dipende da una buona preparazione“, ha affermato un alto ufficiale di uno degli Stati membri dell’ECOWAS.

7 Agosto 2023

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