Ma il futuro è in bilico
Strage di Bologna, De Angelis fa (parziale) marcia indietro: “Chiedo scusa se ho causato disagi”
Politica - di Redazione
Si scusa per i “disagi” provocati delle sue esternazioni ma non si dimette, affidando il suo destino come responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio al presidente Francesco Rocca e, soprattutto, alla premier Giorgia Meloni.
Marcello De Angelis, ex parlamentare, ex direttore del Secolo d’Italia ma soprattutto con un passato nell’estrema destra dal Fronte della Gioventù a Terza Posizione, con tanto di condanna a a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata, il 3 agosto scorso aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una invettiva sulla strage di Bologna.
Per il fedelissimo di Rocca, era suo portavoce anche alla Croce Rossa Italiana, nell’attentato avvenuto il 2 agosto di 43 anni fa i neofascisti non c’entravano nulla. Nel suo post De Angelis assolve gli ex membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari Fioravanti, Mambro e Ciavardini (di cui è cognato), condannati come autori materiali della strage. “Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e cariche istituzionali”, aveva scritto De Angelis, attaccando in particolare il presidente del Senato Ignazio La Russa, con cui ha condiviso la militanza politica nell’estrema destra, che in occasione delle commemorazioni aveva ricordato la “matrice neofascista” dell’attentato di Bologna.
Le scuse
Se ieri scriveva di essere pronto ad “andare al rogo” per difendere le sue idee come Giordano Bruno, il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio oggi fa una parziale marcia indietro.
“Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”, scrive De Angelis sempre affidandosi ai social.
Quanto alla “quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna”, aggiunge De Angelis, “l’unica mia certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni – scrive – dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come “E se fossero innocenti”. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini. Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi”.
De Angelis quindi chiude ribadendo “le mie profonde scuse nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti”, conclude”.
Il futuro in mano a Rocca e Meloni
Il suo futuro come responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio appare comunque in bilico. Alla richiesta di dimissioni arrivata dalle opposizioni si aggiunge, almeno stando ai retroscena, la rabbia della premier Giorgia Meloni di fronte all’uscita di De Angelis.
Sentimento sostanzialmente confermato oggi dal governatore Rocca che, a margine di un evento a Latina, ha spiegato ai giornalisti che “vedrò Marcello De Angelis nel pomeriggio e sentirò cosa mi dirà”.
Per il governatore “De Angelis ha commesso un errore importante parlando in termini di certezza anche se a titolo personale. Io farò le mie valutazioni ma lui non ha alcun ruolo politico nell’amministrazione regionale. Io mi sento spessissimo con la Meloni, abbiamo avuto modo di sentirci: mi ha chiesto di chiarire e certamente non era felice per quanto accaduto“.