Rischio caos nel Paese
Ecuador, ucciso il candidato alle presidenziali Villavicencio: agguato al termine di un comizio
Esteri - di Carmine Di Niro
L’Ecuador piomba nel caos a dieci giorni dalle elezioni presidenziali, previste il 20 agosto. Uno dei candidati, il 59enne giornalista Fernando Villavicencio, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco al termine di un comizio a Quito, capitale del paese.
Come si nota in un video diventato virale sui social network, Villavicencio stava andando verso la sua auto quando è stato avvicinato da un uomo che gli ha sparato almeno tre proiettili alla testa, uccidendolo sul colpo: nel video non si vede chiaramente chi ha sparato al candidato ma solo i momenti di confusione che hanno fatto seguito all’esplosione dei colpi d’arma da fuoco. Villavicencio, riferiscono fonti del suo staff, è morto pochi durante il trasferimento all’ospedale Clinica de la Mujer.
Quedó grabado el Momento exacto en que matan a Fernando Villavicencio!! pic.twitter.com/7kpqUzwzQ4
— Emergencias Ec (@EmergenciasEc) August 10, 2023
Il presunto killer di Villavicencio, che nel 2021 era stato eletto in Parlamento e e che in questa tornata era candidato col partito centrista Movimiento Construye, è stato ucciso a sua volta dalle forze di sicurezza presenti sul posto.
Come riferito dalla Procura generale ecuadoriana, anche altre nove persone sono rimaste ferite nel corso della sparatoria, tra cui due poliziotti. Sempre la Procura generale ha comunicato di aver arrestato altri sei sospetti.
Villavicencio è noto per essa stato un forte oppositore dell’ex presidente Rafael Correa, il cui mandato è terminato nel 2017, ma soprattutto per le sue battaglie sui legami tra la politica e le organizzazioni criminali, in particolare quelle dedite al traffico di droga.
Mercoledì 9 agosto aveva rivelato in una intervista televisiva di aver ricevuto minacce di morte dal leader della gang criminale dei Choneros, noto come “Alias Fito”, recluso in carcere. I Choneros sono ormai una delle organizzazioni criminali più potenti dell’Ecuador e collaborano con lo spietato e potente cartello messicano di Sinaloa. Anche per questo Villavicencio si muoveva con la protezione della polizia.
Immediate anche le reazioni politiche. Guillermo Lasso, presidente uscente del Paese ma che non parteciperà alle elezioni, si è detto “indignato e sconcertato” per l’omicidio di Villavicencio mentre Luisa González, candidata del partito di centrosinistra Movimiento Revolución Ciudadana e considerata la favorita per la vittoria alle elezioni (sono otto i candidati in campo), ha condannato l’omicidio del giornalista e candidato, oltre a sospendere la campagna elettorale.
Lasso ha inoltre dichiarato lo stato di emergenza nel Paese. In un decreto si stabiliscono 60 giorni di stato di emergenza a livello nazionale e si prevede la mobilitazione delle forze armate su tutto il territorio nazionale e in un altro vengono dichiarati tre giorni di lutto nazionale. “Le forze armate in questo momento sono mobilitate in tutto il territorio nazionale per garantire la sicurezza dei cittadini, la tranquillità del Paese e le elezioni libere e democratiche del 20 agosto“, ha detto il presidente uscente in un discorso trasmesso su YouTube.
Tramite un video pubblicato su Twitter l’organizzazione criminale ‘Los Lobos’ ha rivendicato l’assassinio di Villavicencio. Nel filmato la banda legata al cartello narcos di Jalisco minaccia anche altri politici del Paese, tra cui Jan Topic, anche lui in corsa per la presidenza.
‼️#URGENTE
En un video que circula en redes sociales, supuestos miembros de la banda delincuencial “Los Lobos” dicen ser los autores del atentado que terminó con la vida de #FernandoVillavicencio y lanzan amenazas contra el candidato @jantopicecuador. pic.twitter.com/fHIYwR5NDY— Ecuadorinmediato (@ecuainm_oficial) August 10, 2023
Il video mostra una ventina di uomini incappucciati: uno di loro legge una nota a nome dei leader del gruppo e avverte il popolo ecuadoriano che prenderanno misure forti contro i politici corrotti che non mantengono le promesse o usano milioni di dollari per finanziare le campagne elettorali.