La vicenda
Spalletti, incoerenza e provincialismo di alcuni napoletani anche quando la città non c’entra . E Adl ha torto
C'è chi sta attaccando l'allenatore che ha conquistato il terzo scudetto. Colui il quale ha gran parte del merito per aver ottenuto questa vittoria. Un tecnico che da campione d'Italia - con tatuaggio sul braccio - siederà sulla panchina della Nazionale, coronando un altro sogno. Sono gli stessi che meno di un anno fa davano del Pappone al Presidente De Laurentiis. Invece ora ne esaltano le gesta e la moralità. E saranno gli stessi che gioiranno alla prima sconfitta dell'Italia. Gli stessi pronti a gridare al complotto e a piangersi addosso al primo passo falso e ingiusto del Napoli. E a prendersela di nuovo con Adl che nel frattempo si sta comportando in modo sbagliato
Sport - di Andrea Aversa
Siamo felici per Luciano Spalletti. Il tecnico toscano può, se vuole – per legge – allenare un’altra squadra. E così ha fatto. Se il Napoli vorrà potrà decidere di rivalersi in tribunale. Poteva essere la storia dell’allenatore del Napoli campione che siederà sulla panchina italiana. Senza grida e urla. Ma così non è stato. Chi scrive è napoletano e tifa Napoli ed è orgoglioso del fatto che la nazionale sarà guidata dall’allenatore dello scudetto. Un trionfo tatuato sul braccio. E sarei stato ancora più orgoglioso se la SSC Napoli, comportandosi in modo signorile e con superiorità, lo avesse liberato senza discussioni.
Spalletti tecnico della Nazionale cosa succederà tra Italia e Napoli
È ovvio, questa è un’opinione personale. Altrettanto legittima come quella che afferma il ‘principio Aureliano‘ di rispettare penali e contratti. Eppure De Laurentiis poteva decidere di essere ricordato solo per essere stato il Presidente del terzo scudetto. Invece rischia di restare negli annali come il patron avaro e affarista. Incapace di investire nella sua reputazione. Stiamo parlando dell’Italia non di un club qualsiasi. Qual è la concorrenza rispetto al Napoli? È la nazionale un buon motivo per cambiare idea e non trascorrere più un anno sabbatico con la famiglia? Si, e non è necessario pensare a nessuna dietrologia: “Spalletti e Gravina erano già d’accordo“. Certo, alla base possono esserci motivi politici e / o personali. È risaputo che la federazione nostrana non ha certo brillato di recente per trasparenza ed efficienza.
La vicenda e le polemiche
Tuttavia in questi giorni sono apparsi sui social post assurdi. La maggior parte di chi li ha scritti non svolge il lavoro di avvocato, non è esperto di diritto del lavoro e di certo non ha letto il contratto che legava Spalletti al Napoli. Eppure si pronunciano, giudicano, esprimono sentenze come se fossero in possesso della verità. Che presunzione. Non c’è voluto molto tempo per cambiare slogan: da ‘Pappone cacc e sord‘ a ‘Gravina cacc e sord e dimettiti‘, è stato un attimo. In fondo il discorso è sempre lo stesso. Bisognerebbe restare per sempre a Napoli. Chi va via deve passare per ‘traditore‘. Poi se c’è di mezzo il sentimento ‘anti italiano‘, allora tutto torna. Peccato, anzi per fortuna, che Spalletti ha fatto al meglio il proprio dovere.
Il patron dagli avidi principi
Senza entrare nel merito della questione legale o di vicende passate (il Napoli fatto fallire, episodio che però è convenuto a De Laurentiis; la possibilità del patron azzurro di tenere ancora due club; lo scudetto perso con Sarri; la questione dei fitti pagati dopo anni al Comune di Napoli per l’uso dello stadio che Adl ha inteso come di sua proprietà e che si è visto rinnovare con i fondi della Regione; il mistero dell’appalto per il montaggio dei tornelli esterni al Maradona; la Figc che essendo ente statale non può pagare penali con i soldi pubblici; la penale la paghi Spalletti; l’invio della famosa Pec; i caratteri spigolosi di Adl e del tecnico toscano e il possibile sgarro fatto dall’uno all’altro).
I tifosi piagnoni
E senza fare assolutamente discorsi di moralità che coprono di ridicolo chi li affronta, questa è piuttosto un’analisi sulla Napoli provinciale e piagnona. Quella incapace di sentirsi vincente. Che forse gode nel perdere così è poi autorizzata a lamentarsi e a prendersela con il ‘palazzo‘. Questa storia, nel paese dove i contratti non si fanno, molti di quelli firmati sono ‘farlocchi’ e dove c’è un esercito di partite iva che sostituiscono proprio i contratti di lavoro, fa sorridere. Così come suscita simpatia un dibattito nato in una città dove le istituzioni sono incapaci di fare rispettare le regole del vivere civile. Ma si sa, a Napoli quando si parla di ‘Pallone‘ tutto è concesso. Non sia mai. A noi non resta che augurare il meglio a Spalletti. Che la questione la risolva chi di dovere. E ovviamente forza Napoli e forza Italia.