Centinaia o forse migliaia di migranti uccisi, colpiti con mitragliatrici e mortai quando provavano a entrare in Arabia Saudita. L’ong americana Human Rights Watch ha pubblicato un dossier e un video tramite i suoi canali multimediali dopo aver raccolto e analizzato testimonianze, fotografie, video e immagini satellitari lungo un lasso di tempo di oltre due anni. “Queste mostrano i migranti morti e feriti sui sentieri, negli accampamenti e nelle strutture mediche ma anche il modo in cui i siti di sepoltura, vicino agli accampamenti dei migranti, sono cresciuti di dimensioni, l’espansione dell’infrastruttura di sicurezza di confine dell’Arabia Saudita e le rotte attualmente utilizzate dai migranti per tentare l’attraversamento del confine“, si legge nel rapporto che arriva proprio mentre il Regno riempie le pagine dei giornali sportivi di tutto il mondo per i copiosi investimenti nel mondo del calcio. Qualcosa che in molti definiscono un’operazione di sportwashing.
Il lavoro dell’organizzazione ha analizzato oltre 350 video e fotografie postati sui social media o raccolti da altre fonti, girati tra il 12 maggio 2021 e il 18 luglio, ed esaminato centinaia di chilometri quadrati di immagini satellitari acquisite tra il febbraio 2022 e il luglio 2023. Le parole di 38 migranti etiopi e di quattro parenti di migranti che hanno tentato di attraversare il confine tra il marzo 2022 e il giugno 2023 hanno testimoniato l’atteggiamento delle guardie saudite che avrebbero aperto il fuoco o lanciato esplosivi contro le persone che avevano provato a entrare nel Regno dallo Yemen. Le violenze sarebbero continuate, secondo le testimonianze, anche dopo l’attraversamento, una volta che i migranti sono stati fermati dalle guardie e portati nei centri di detenzione.
La guerra civile che per due anni ha imperversato nella Regione settentrionale del Tigray in Etiopia ha provocato lo sfollamento di decine di migliaia di persone. Lungo quella che viene definita “Rotta dell’Est” viaggiano circa il 90% dei migranti etiopi spinti a scappare dalla guerra, dalla fame e dalla persecuzione. La rotta è estremamente pericolosa: parte dal Corno d’Africa, attraversa il Golfo di Aden, passa per lo Yemen e arriva nella provincia saudita di Jizan. La guerra nello Yemen esplosa nel settembre del 2014 è ancora in corso e ha provocato una gravissima crisi umanitaria.
I migranti una volta in Yemen vengono trasferiti al confine saudita, controllato dalla milizia degli Houthi, i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran e quindi nemici del Regno Sunnita di Riad. Le violenze sui migranti in Arabia Saudita vengono denunciate da anni ma la copertura giornalistica è complicata dalla situazione che imperversa nella zona dove anche l’attività di monitoraggio delle Nazioni Unire è stata interrotta nel 2021. La guardia di frontiera araba risponde al ministero dell’interno. Il rapporto denuncia violenze sui migranti, con razzi e mortai, o con pietre e spranghe, e anche di violenze sessuali. Secondo le accuse i migranti sono stati costretti a violentare le donne del gruppo davanti agli agenti. “Eravamo un gruppo di sette persone, cinque maschi e due femmine. Le guardie ci hanno detto di toglierci i vestiti e di violentare le ragazze. Avevano 15 anni. Un uomo si è rifiutato ed è stato ucciso al momento. Per sopravvivere ho dovuto partecipare allo stupro”.
La stessa ong aveva in passato documentato le violenze sui migranti compiute anche dai ribelli Houthi. La recente distensione dei rapporti diplomatici tra Arabia Saudita e Iran non ha migliorato la situazione. 3.442 persone avrebbero superato il confine nei quindici mesi analizzati nel rapporto. Sarebbero state centinaia le morti a ogni attraversamento, comunque impossibili da quantificare con precisione. Alcuni migranti hanno raccontato di esser stati rinchiusi in campi di detenzione in Yemen, divisi per base etnica. Per uscire da questi campi provvisori avrebbero dovuto pagare, chi non poteva farlo doveva guidare il proprio gruppo nell’attraversamento del confine esponendosi ai tiri della guardia saudita. L’associazione ha contato almeno otto fosse nei pressi del campo di Al Raqw 287 tombe da immagini satellitari. Alcuni testimoni hanno raccontato di corpi lasciati senza sepoltura lungo la rotta. Il video mostra due cadaveri lasciati sotto un cespuglio.