Dopo lo stupro di Palermo

Castrazione chimica per gli stupratori: Salvini promette e cavalca la cronaca con la ricetta sbagliata

Una proposta puntualmente rispolverata, in passato criticata anche dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il Consiglio d'Europa ha bocciato la pratica come i movimenti femministi e quelli contro la violenza sulle donne

Politica - di Antonio Lamorte

23 Agosto 2023 alle 18:39

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Castrazione chimica per gli stupratori: Salvini promette e cavalca la cronaca con la ricetta sbagliata

Puntuale torna il vecchio cavallo di battaglia. Basta il caso di cronaca giusto, questa volta lo stupro della notte dello scorso 7 luglio a Palermo di una 19enne per il quale sono stati arrestati sette giovani. Una vicenda che sta avendo una risonanza mediatica enorme e morbosa: le facce degli arrestati sono state sbattute sui social, personaggi noti al grande pubblico sono intervenuti, su alcuni social è scattata l’orrenda caccia al video della violenza. E il segretario della Lega Matteo Salvini rispolvera il vecchio successo e ha annunciato che il disegno di legge sarà portato in Parlamento al più presto: “Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema: la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato. Punto”.

La castrazione chimica è una terapia farmacologica ormonale cui vengono associati psicofarmaci che riduce la produzione di ormoni come il testosterone e che inibisce l’azione della dopamina. E che fa calare il desiderio sessuale. Presenta diversi effetti collaterali: vampate di calore, abbassamento del desiderio sessuale, disfunzione erettile, osteoporosi, aumento del rischio di infarto, diabete e ginecomastia. In Italia è consentita soltanto in alcuni casi per bloccare la crescita di tumori prostatici. Nella maggior parte è considerata un processo reversibile anche se nell’ambiente medico è ancora argomento di dibattito.

La proposta è criticata da più fronti: dalle organizzazioni a difesa dei diritti umani e dalle associazioni femministe. Queste considerano culturali e non biologici i motivi che innescano le violenze sessuali. In passato la proposta era stata criticata anche dal magistrato e attuale ministro della Giustizia del governo Meloni Carlo Nordio che rivendicava la funzione riabilitativa e rieducativa della pena che prevede la Costituzione. La Carta prevede inoltre che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” (articolo 32) e che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” (articolo 27).

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nel 2013 ha stabilito con la risoluzione 1945 che “nessuna pratica coercitiva di sterilizzazione o castrazione può essere considerata legittima nel XXI secolo”. Si tratterebbe né più né meno di una punizione corporale. E la violenza potrebbe essere comunque tra l’altro perpetrata senza erezione o eccitazione. I movimenti femministi e le organizzazioni che si occupano di violenza sulle donne sottolineano infatti che non è la libido la causa dei reati di questo genere ma il patriarcato: l’imposizione di un rapporto di forza impari e disuguale che si riflette nella società come nei rapporti più intimi. Il rimando a un impulso sessuale irrefrenabile è una semplificazione eccessiva che potrebbe inoltre portare a una deresponsibilizzazione della persona coinvolta, mossa secondo questa teoria da un impulso biologico e quindi in qualche modo inevitabile.

Il vice primo ministro e ministro delle Infrastrutture ha trovato sponda nel senatore del Carroccio Roberto Marti, presidente della commissione Cultura, Istruzione e Sport a Palazzo Madama, e nella deputata europea e coordinatrice del partito in Sicilia Annalisa Tardino, che ha avviato una raccolta firme per una proposta di legge. Al momento la pratica come trattamento medico e in parte alternativo alla reclusione è prevista in termini molto limitati in alcuni Stati degli Usa, nel Regno Unito, Israele, Russia, Polonia, Nuova Zelanda e Portogallo. Sempre con il consenso del condannato.

23 Agosto 2023

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