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Raggi laser dietro gli incendi alle Hawaii, l’ultima teoria del complotto: “Gli oggetti blu non bruciano”
Già la settimana scorsa erano emerse foto e video che rimandavano a fantomatici raggi laser la causa degli incendi, mica i cambiamenti climatici. Farneticazioni puntualmente smentite
Curiosità - di Redazione Web
Così tanti dispersi che la cifra è imprecisa: tra cinquecento e mille. E l’appello ai parenti a fornire i campioni del proprio Dna per identificare le vittime delle fiamme. Alle Hawaii gli incendi hanno fatto almeno 115 vittime, quelle identificate. Colpita in particolare la comunità di Lahina. E sui social, oltre alla solidarietà certo, viaggiano le solite teorie complottiste, oscure trame che questa volta si concentrano su un elemento in particolare: laser. Laser che cadono dall’alto, raggi laser, laser che – questa è l’ultima – che bruciano tutto, ogni cosa, tranne che gli oggetti blu.
Già la settimana scorsa era spuntata una teoria strampalata: la foto che riprendeva un raggio che aveva scatenato i violenti incendi. Raggio che era stato definito “raggio laser” che aveva colpito Maui, “poco prima che gli incendi mortali consumassero Lahaina. Sarebbe interessante capire in quanto sono rimasti a credere che sia il cambiamento climatico. Grazie per aver letto”. Questo il virgolettato che ha preso a girare online. La foto è stata condivisa e diffusa da diversi utenti con descrizioni grossomodo identiche.
Quella fotografia in realtà risaliva al 2018 ed era stata scattata durante il lancio del razzo Falcon 9 dalla base aerea di Vandenberg in California. Un altro video in circolazione, come ha verificato la testata Open, mostrava l’esplosione di una pompa di benzina raggiunta da un raggio laser. Raggio laser che in questo caso era stato aggiunto successivamente alla clip dell’esplosione di una pompa di benzina nel Daghestan, in Russia, nel 2014. A spopolare nelle ultime ore sono questi contenuti che parlano della devastazione che ha colpito e arso ogni cosa fatta eccezione per gli oggetti colorati di blu.
Immagini spesso sgranate, sfuocate, a bassa definizione. Evidentemente ritoccate. Anche dei test con un laser che non brucia stoffa blu. E infatti gli utenti di tutto il mondo commentano sarcastici i contenuti. “La casa di Bill Gates è blu?”, scrive uno. “Comprerò una macchina blu”, scrive un altro. “Tutte le case blu da oggi!”, replica un’altra. “Ho sempre desiderato essere un puffo”, ironizza un altro ancora.
Le fiamme alle Hawaii sono divampate lo scorso 8 agosto, alimentate dai forti venti provenienti dall’Oceano Pacifico. Il governatore delle Hawaii, Josh Green, la scorsa domenica ha riferito alla stampa che più di 1.000 persone risultano ancora disperse. Secondo l’Fbi sarebbero di più, 1.100 almeno. Per il sindaco di Maui, Richard Bissen, sarebbero circa 850. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha visitato lunedì i luoghi del disastro. “La devastazione è sconvolgente”, ha osservato. Polemiche sono intanto esplose sulla gestione del traffico nelle ore dell’emergenza. E intanto sui social i soliti complottisti, adepti di Qanon e affini, si affannano dietro alle loro teorie strampalate. Non sia mai che si tratti dei cambiamenti climatici.