Dopo il disastro nucleare
Alta tensione su Fukushima, parte la dispersione delle acque contaminate nel Pacifico: Cina furiosa
Tokyo comincia a sversare l’acqua contaminata dopo il disastro nucleare del 2011, mercato ittico in allarme. Pechino blocca tutto il pesce in entrata e accusa il Giappone: “Egoista e irresponsabile”
Esteri - di Redazione Web
È tutto nella norma per l’AIEA, non lo è per la Cina però: Pechino ha bloccato tutto il pesce in entrata dal Giappone. È cominciato giovedì lo sversamento nelle acque dell’Oceano Pacifico dell’acqua contenente sostanze radioattive accumulata nell’ex centrale nucleare di Fukushima Daiichi, in Giappone, gravemente danneggiata da un terremoto e uno tsunami che si verificarono l’11 marzo del 2011. Il processo è partito alle 6:00 italiane, gestito dalla Tokyo Electric Power Compagny (Tepco), l’azienda energetica che gestisce la centrale. Il governo del Giappone e la Tepco ritengono necessaria la dispersione in mare per permettere lo smantellamento della struttura e per non rischiare nuove tragedie nel caso di altri terremoti o tsunami.
L’acqua è stata usata per raffreddare le barre di combustibile nucleare della centrale e mantenerle alla giusta temperatura dopo il disastro. Le stime riportano una quantità di oltre 1,3 milioni di tonnellate d’acqua contaminata. La TEPCO prevede quattro sversamenti, il primo partito oggi dovrebbe durare circa 17 giorni. L’azienda prevede un rilascio “con attenzione e in piccole quantità”. Le pompe azionate disperdono l’acqua che tramite condotte viene dispersa nell’oceano a circa un chilometro dalla costa.
- Paura nucleare a Zaporizhzhia, la Russia annuncia attacchi ucraini alla centrale: Kiev smentisce
- L’incubo della guerra nucleare, la Corea del Nord minaccia Seoul e Washington: “Ci spingono verso il conflitto”
- Chi era Oppenheimer, il fisico padre della bomba atomica: “Sono diventato morte, distruttore di mondi”
- La Corea del Nord con la sorella di Kim minaccia di nuovo gli Stati Uniti, obiettivo gli aerei-spia Usa: “Incidente inevitabile”
Le tonnellate di acqua sono state conservate in serbatoi e filtrate per rimuovere la quasi totalità di elementi radioattivi. L’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha confermato che il piano di sversamento rispetta le regole di sicurezza. Sul posto sono presenti gli esperti dell’Osservatorio atomico delle Nazioni Unite. L’AIEA ha promosso una pagina web per fornire dati in tempo reale che includono le portate dell’acqua, i dati di monitoraggio delle radiazioni e la concentrazione di trizio dopo la diluizione.
Lo sversamento ha comunque sollevato le critiche di altri Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico. Proteste da Corea del Sud, Cina, Hong Kong in particolare. Pechino ha bloccato totalmente tutta l’importazione di prodotti ittici dal Giappone. Ha definito l’azione “estremamente egoista e irresponsabile”. Il ministero degli Esteri si è opposto “fermamente” e ha condannato “con forza” la decisione dello sversamento. Lo stop all’importazione è stato deciso in nome della “sicurezza alimentare”, mirata a “prevenire i rischi di contaminazione radioattiva causata dallo scarico in mare di acque contaminate”.
Le organizzazioni legate al settore della pesca hanno osteggiato da tempo il piano. Il settore continua a vivere una crisi che non ha portato più i guadagni ai livelli precedenti al marzo 2011. Il Giappone finora ha pagato oltre 75 miliardi di euro tra bonifiche, sussidi e rimborsi alla popolazione. Quello della centrale di Fukushima resta uno dei peggiori incidenti nucleari della storia: un terremoto di magnitudo 9 con epicentri in mare che causò uno tsunami che colpì la parte nord orientale del Paese. Il più grave incidente dopo quello della centrale di Chernobyl del 1986. Tokyo ha rivisto la sua politica sull’energia nucleare dopo la tragedia. Prima dell’11 marzo 2011 in Giappone erano presenti 54 reattori, in grado di assicurare circa il 30% del fabbisogno energetico del Paese, mentre dopo il disastro solo 10 dei 33 reattori nucleari, a scopo commerciale, hanno ricevuto l’approvazione per il loro riavvio.