Dal 23 agosto al cinema
Oppenheimer, “l’uomo più importante della storia”: nella mente del padre dell’atomica con Nolan
Una storia di genio e talento, ma anche di tormento ed angoscia. Il cineasta ci porta nei meandri della mente del grande fisico che dopo Hiroshima e Nagasaki capì di aver dato vita all’orrore
Cinema - di Chiara Nicoletti
Se negli Stati Uniti, il mese scorso, le sale cinematografiche sono state il terreno di sfida tra due dei film più attesi della stagione se non del decennio, Barbie di Greta Gerwig e Oppenheimer di Christopher Nolan, l’Italia, cinematograficamente parlando, ha potuto prendersi il suo tempo senza scontri e godersi in santa pace entrambe le visioni. Barbie, con Greta Gerwig prima regista donna a raggiungere il miliardo di incassi al botteghino, è uscito il 21 luglio e può dar spazio, finalmente, a Oppenheimer, al cinema dal 23 agosto con Universal pictures.
Dal libro vincitore del Premio Pulitzer Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica – American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e Martin J. Sherwin, Oppenheimer racconta la vita e l’eredità del fisico americano, definito da tutti il padre della bomba atomica. Se Inception indagava sui sogni e la psiche umana e Interstellar invece si apriva ai misteri dell’Universo, lasciando tutt’oggi numerosi interrogativi a braccetto con Tenet che manipolava concetti di dimensione e tempo quasi precorrendo quello tanto in voga di multiverso, Dunkirk invece si spostava su livelli più terreni, storici, sul passato, quello dei soldati britannici durante l’evacuazione di Dunkerque nel 1940 della Seconda Guerra Mondiale.
Con Oppenheimer Nolan si dedica al biopic ma non si accontenta di una biografia, usa la storia di vita e di ambizione del brillante scienziato per raccontare l’umanità al suo meglio e il suo peggio. E si occupa anche di quella che è stata definita come “l’invenzione che ha sconvolto il mondo, che ha rappresentato il culmine dell’ingenuità umana e che avrebbe potuto rimodellare il concetto di civiltà come minacciare definitivamente il futuro dell’umanità”. Chi conosce il cinema di Nolan può immaginare che il tempo di racconto della vita di Oppenheimer non sia affatto lineare. Gli avvenimenti a cui assistiamo difatti sono i ricordi di Robert, il suo sguardo sulla realtà. È la prima volta che Christopher Nolan scrive una sceneggiatura in prima persona, dal punto di vista del suo protagonista.
Per aiutarsi in questo processo nuovo, personale e pervasivo della mente dello scienziato, Nolan ha alternato scene in bianco e nero a quelle a colori. Questi ultimi riservati a quando guardiamo alle cose dalla prospettiva di Oppenheimer. “È una scelta strana quella che ho preso,” spiega Nolan, “ma ha permesso di chiarire a tutti quelli che hanno letto la sceneggiatura, che il pubblico affronta questo viaggio insieme allo stesso Oppenheimer. Guardiamo la storia dalle sue spalle, siamo nella sua testa, ovunque andiamo, siamo al suo fianco”. Mai poster di un film fu più esplicativo di quello di Oppenheimer, con Cillian Murphy nei panni del fisico statunitense in preminenza rispetto alla sua creazione, la sua scoperta, segno che questo undicesimo film di Christopher Nolan è prima di tutto opera di introspezione e poi un lavoro storico: “Il mio obiettivo è stato di condurre il pubblico nella mente e nelle vicende della persona che ha assistito con i propri occhi a uno dei più grandi stravolgimenti della storia”, conferma Nolan. “Che vi piaccia o meno, J. Robert Oppenheimer è la persona più importante che sia mai vissuta. Ha modellato il mondo in cui viviamo, nel bene o nel male. E la sua storia deve essere vista per essere compresa”.
In Oppenheimer ci sono gli anni universitari dello scienziato ma c’è tanto, ovviamente, del progetto Manhattan, un programma militare di ricerca e sviluppo nato durante la Seconda Guerra Mondiale che riunì le più grandi menti scientifiche con l’obiettivo di realizzare le prime bombe atomiche. Tra le fascinazioni alla base della volontà di Nolan di scrivere e dirigere il film, c’è la paura diffusa tra gli scienziati del Progetto di ciò che lo stesso Oppenheimer soprannominò “la terribile possibilità.”. “Nella preparazione al Test Trinity infatti – rivela Nolan – Oppenheimer e la sua squadra hanno dovuto accettare che ci fosse una minima possibilità che alla pressione sul bottone per attivare la prima bomba, si sarebbe potuto dare fuoco all’atmosfera terrestre e distruggere l’intero pianeta”. Il regista spazia dentro le emozioni generate da questo dubbio, dal rischio incalcolabile: “Non c’era alcuna certezza matematica o teorica che potesse annullare completamente quella possibilità, per quanto minima. E nonostante questo elemento, hanno comunque deciso di premere quel tasto. Si tratta di un momento straordinario nella storia dell’umanità. Ho voluto portare gli spettatori in quella stanza per assistere alla conversazione e provare le emozioni una volta che il bottone è stato premuto”.
Per raccontare la complessità di un uomo destinato a cambiare la storia, Christopher Nolan ha scelto un attore tra le “muse” della sua filmografia: Cillian Murphy. Già presente in cinque film del regista, la Trilogia del Cavaliere Oscuro, Inception e Dunkirk, ma mai in un ruolo da protagonista, Murphy è stato una scelta sicura per Nolan, “il punto di partenza di tutto il film”. Aggiunge il regista: “Ero ben certo che Cillian avrebbe avuto bisogno di un gruppo straordinario di attori attorno, professionisti che potessero metterlo alla prova e spingerlo oltre i propri limiti”. Da questo ragionamento la scelta di attori del calibro di Emily Blunt, Robert Downey Jr, Matt Damon, Josh Hartnett, Florence Pugh, Kenneth Branagh, Casey Affleck e molti altri. Come sappiamo, e Nolan non manca di mostrarlo, resosi conto della magnitudo della sua scoperta e del suo utilizzo spropositato (vedi le tragedie di Hiroshima e Nagasaki) Robert Oppenheimer ebbe una crisi di coscienza che lo portò a fare marcia indietro sul lavoro fatto e rifiutare di “sporcarsi” le mani nuovamente con la bomba all’idrogeno.
La presa di consapevolezza di Oppenheimer è per lo spettatore uno schiaffo in pieno viso, un’ondata di orrore che prende alla bocca dello stomaco. Le vittime della sua invenzione bruciano vive letteralmente dinanzi ai suoi occhi, in una sequenza emotivamente e visivamente potentissima. Ne parla Cillian Murphy: “Il nostro impegno è stato teso a rendere la complessità di Oppenheimer. Una grande mente può essere anche un peso perché è come se ballasse sotto la pioggia evitando di bagnarsi”. Concorda Nolan: “La storia di Oppenheimer è piena di paradossi e dilemmi etici. Questa è la vera sfida del film: raccontare la storia di una persona coinvolta in pieno in una potenziale e straordinaria sequenza di eventi distruttivi, ma fatta per le giuste motivazioni e raccontata dal suo personale punto di vista”.