La fine del capo Wagner
“Prigozhin è morto”: tutti i misteri sul capo della Wagner e le condoglianze di Putin
Mosca conferma la morte del capo dei mercenari, ma ora si attendono i risultati del Dna
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Le minacce e i silenzi avvolgono la fine del capo della Wagner. Il corpo di Yevgeny Prigozhin, che secondo le autorità russe era a bordo di un jet privato schiantatosi l’altro ieri tra Mosca e San Pietroburgo, sarebbe stato identificato con “prove circostanziali”, ma la conferma potrà venire solo dal test del Dna. Lo scrive il sito di notizie russo Fontanka.
Il sito, che afferma di avere parlato con un membro della squadra di investigatori sul luogo dello schianto, ha sottolineato che i corpi ritrovati sono carbonizzati e quindi non è possibile un riconoscimento visivo. Un canale Telegram, “VChK-OGPU”, afferma che un segno indiretto che uno dei corpi trovati è quello di Prigozhin è che gli manca una falange di un dito della mano. Una bomba a bordo. E’ questa l’ipotesi più accreditata in merito alla causa dello schianto dell’aereo con a bordo il fondatore della Wagner, Secondo il canale Telegram ‘Shot’, che cita alcune fonti russe informate, gli inquirenti pensano a un ordigno piazzato nel vano del carrello di atterraggio. La sua esplosione avrebbe strappato l’ala del velivolo e causato la depressurizzazione esplosiva causando la morte immediata dei passeggeri a bordo. Sarebbe proprio questo il motivo per cui la coda dell’aereo è stata ritrovata a cinque chilometri dalla fusoliera.
“Si parla molto in questo momento di cosa farà il Gruppo Wagner. Possiamo dirvi una cosa: Stiamo iniziando, preparatevi”: così in un video attribuito a soldati del gruppo Wagner postato sui social. Ma non sarà facile per la Wagner risollevarsi. Perché su quell’aereo abbattuto non c’era solo il capo. Con lui c’era il suo vice Dmitry Utkin. È stato lui a dare il nome «Wagner» alla brigata, ispirandosi alle simpatie naziste. Utkin aveva un passato nelle forze speciali russe e aveva combattuto in varie zone di conflitto, come Siria e Ucraina. Altri quattro uomini chiave dello staff di Wagner erano a bordo: Valery «Rover» Chekalov, Evgeniy «Makarych» Makaryan, Sergey Propustin e Aleksandr «Tot» Totmin.
Chekalov era considerato il braccio destro di Prigozhin e responsabile della sicurezza del gruppo. Propustin e Totmin erano guardie del corpo di Prigozhin, mentre Makaryan era un combattente di Wagner e la sua guardia del corpo. Ma la morte dell’ex cuoco di Putin si tinge di “giallo”. Un secondo aereo. E’ la suggestiva ipotesi nonché frenetica speculazione, come è stata ribattezzata da chi l’ha portata avanti, di queste ore. Un secondo aereo che avrebbe portato Prigozhin salvo e permesso al mercenario che ha osato sfidare il presidente Putin con un tentato golpe, di mettersi in salvo ancora una volta.
Prigozhin – scrive il Daily Mail – potrebbe aver simulato la propria morte dopo che un secondo aereo, con collegamenti alla Wagner anzi di proprietà della compagnia, è stato visto sul radar di volo zigzagare sulla stessa regione di Tzer, 60 miglia a nord della capitale ed è riuscito a scomparire. Non sarebbe la prima volta che Prigozhin tenta e riesce in un colpo del genere: nel 2019 era stato ufficialmente dichiarato morto in Africa, per poi riemergere prima dell’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia. Il silenzio plumbeo del Cremlino si spezza in serata. Con una nota glaciale nella quale, nell’esprimere le condoglianze per tutti coloro che sono morti nello schianto del jet della Wagner, Prigozhin – riferisce la Tass – viene definito “un uomo d’affari talentuoso” che il presidente conosceva sin dagli anni Novanta e che ora “bisognerà attendere cosa dicono le indagini”. Stop. Pratica archiviata.