La denuncia nel napoletano
Stuprate dal branco due cuginette di 13 anni, l’orrore al Parco Verde di Caivano
La violenza in un capannone abbandonato nel rione noto per le piazze di spaccio e per il caso della piccola Fortuna Loffredo. A compiere la violenza sarebbero stati dei ragazzini coetanei, forse in sei. L'unico maggiorenne fermato e condotto nel carcere di Poggioreale a Napoli
Cronaca - di Redazione Web
Portate in un capannone e violentate. Due cuginette, nel Parco Verde di Caivano già in passato al centro di casi di cronaca orribili, assurti alla cronaca nazionale. La notizia è stata riportata dal quotidiano napoletano Il Mattino, a pochi giorni dall’esplosione del caso di Palermo: dove una 19enne ha denunciato di essere stata denunciata da un gruppo di ragazzi, alcuni amici. Sette giovani in quel caso sono stati arrestati. I fatti della cittadina in provincia di Napoli risalgono all’inizio di luglio, le indagini sono partite a inizio agosto quando le famiglie delle vittime hanno presentato denuncia ai carabinieri. Uno dei presunti responsabili è stato arrestato.
Le bambine hanno tredici anni, nel frattempo hanno lasciato il Parco Verde e sono state trasferite in una casa famiglia. Sarebbero state condotte con l’inganno in un capannone abbandonato e abusate più volte da un gruppo di almeno sei ragazzi. Le visite mediche condotte in due ospedali del capoluogo campano avrebbero confermato le violenze. Le indagini sono andate avanti nelle ultime settimane nel più assoluto riserbo. Gli adolescenti indagati sarebbero coetanei delle vittime, tranne uno: un 19enne che sarebbe stato arrestato e condotto nel carcere di Poggioreale dopo la denuncia. La difesa delle vittime è stata affidata agli avvocati napoletani Angelo Pisani, Antonella Esposito e Clara Niola.
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Al momento sono stati sequestrati tutti i telefoni cellulari. Una delle due ragazze ha raccontato ai medici di aver subito un’altra violenza alcuni mesi prima. Si sarebbe arrivati alla denuncia perché la voce sulle violenze aveva cominciato a circolare nel Parco e sarebbe arrivata all’orecchio di uno dei familiari delle vittime. Era il 24 giugno del 2014 quando la bambina di sei anni Fortuna Loffredo veniva violentata e buttata giù dall’ottavo piano del palazzo dove viveva nel Parco Verde. Il caso aveva acceso i riflettori su un contesto di totale disagio, di morbosa e brutale promiscuità. Quel rione nella periferia a nord della città nel frattempo è rimasto emarginato: circa seimila abitanti e decine di piazze di spaccio, pochi servizi, incuria e una sola scuola.
“Abbiamo abdicato alla fatica dell’educare”, ha commentato all’Ansa Don Maurizio Patriciello, parroco del parco Verde di Caivano. “Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita, vivranno questo dolore con le loro famiglie. Se ci sono femminicidi, se ci sono casi di violenza brutale, che avvengono sia in quartieri degradati sia in quelli più agiati vuol dire che noi abbiamo sbagliato, abbiamo deciso di non educare“.