Non hanno avuto scampo i cinque operai che presso la stazione di Brandizzo stavano effettuando lavori di manutenzione la scorsa notte. Poco dopo la mezzanotte sono stati travolti da un treno in transito sul binario 1, tratta Milano-Torino. Soltanto in due si sono salvati, perché si trovavano poco distante dal luogo dell’impatto, sulla massicciata. Erano in cinque e lavoravano tutti per società Sigifer di Borgo Vercelli, nel Vercellese, nata nel 1993, un’azienda leader nel settore di costruzione e manutenzione di impianti ferroviari. Poco prima dello schianto uno degli operai aveva pubblicato un post su TikTok in cui mostrava un crocifisso che era apparso sulla rotaia mentre era alle prese con la saldatura.
Le vittime della strage di Brandizzo erano Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di Brandizzo; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli. Erano tutti operai della società Sigifer di Borgo Vercelli, nel Vercellese. Sul posto sono intervenute le ambulanze per i primi soccorsi, i vigili del fuoco, gli uomini dello Spresal dell’Asl e i carabinieri con il pubblico ministero di Ivrea Giulia Nicodemi. I soccorritori non hanno potuto fare niente per le vittime. Gli operai non hanno avuto speranza, sono stati travolti dal convoglio che viaggiava a 160 chilometri orari, trascinati per un centinaio di metri.
Il convoglio trasportava una dozzina di vagoni da Alessandria verso Torino. Era composto dalla motrice e undici vagoni. L’inchiesta dovrà chiarire le cause dell’incidente. I primi accertamenti si occuperanno dei documenti, dei fonogrammi e delle immagini delle telecamere. Il luogo dell’impatto è l’area del binario 1, si trova sotto l’occhio della videosorveglianza. Laganà era il più giovane del gruppo: aveva solo 22 anni, compiuti appena lo scorso luglio. Aveva cominciato a lavorare per la Sigifer dopo la scuola nel 2019.
Anche Zanera aveva cominciato nel 2019. Era saldatore, 34 anni compiuti lo scorso 7 agosto, viveva a Vercelli ed era appassionato di palestra. È stato lui a pubblicare sui social – come spesso faceva con i colleghi e sui luoghi di lavoro – un post che sta facendo il giro dei media. “È la prima volta che mi succede, mentre saldo la rotaia mi è uscito un crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente nonostante lo richiamo tutti i giorni ultimamente perché non è un bel periodo per me”. Servillo invece viveva proprio a Brandizzo ma era originario di Capua, in provincia di Caserta, aveva 43 anni. Era sposato e aveva due figli piccoli. Dal sud al nord anche Giuseppe Saverio Lombardo, 52 anni, che era nato a Marsala ma viveva a Vercelli.