Il corteo
Manifestazione a Napoli per Giovanbattista Cutolo, ucciso da un 16enne per una lite. Le voci dalla piazza: “La nostra generazione ha fallito, abbiamo seminato male. Questa città sta morendo”
Centinaia di persone hanno partecipato all'iniziativa organizzata in piazza Bellini. La manifestazione è partita da piazza Dante ed è arrivata a piazza Municipio, luogo del delitto. Presenti tanti giovani e i rappresentanti delle istituzioni
Cronaca - di Andrea Aversa
Erano in centinaia. Giovani, famiglie, adulti. Rappresentanti delle istituzioni e normali cittadini. Tutti per stringersi con rabbia e affetto intorno alla famiglia di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso qualche giorno fa a Napoli in piazza Municipio. Ad averlo assassinato un 16enne. Il motivo del delitto? Una lite. Pare che Cutolo con la fidanzata e alcuni amici sono stati prima infastiditi dalla baby gang di cui il killer faceva parte. Poi il litigio causato dal parcheggio di uno scooter.
Manifestazione a Napoli per Giovanbattista Cutolo
Infine la violenza, prima fisica e poi a suon di piombo. La mano del 16enne ha impugnato una pistola dalla quale sono stati esplosi almeno tre colpi d’arma da fuoco risultati mortali per la vittima. Napoli è stata ferita al cuore. Un suo giovane figlio ha perso la vita. Un altro lo ha ammazzato. Il primo era un musicista, il secondo aveva già dei precedenti: rapine e anche un tentato omicidio. All’epoca aveva solo 14 anni. Che futuro può avere questa città?
Le voci dalla piazza
Per questo ieri è stata organizzata una manifestazione a Napoli per Giovanbattista Cutolo. I partecipanti si sono trovati in piazza Bellini. Con le lacrime agli occhi hanno urlato “giustizia“. Con grande dignità la madre di Giovanbattista e suo padre hanno parlato alla folla accorsa per ricordare il figlio. Nessuno è ancora in grado di spiegare cosa è successo. Perché c’è tanta violenza in questi giovani ormai abbandonati a sè stessi? In una città dove c’è un tasso record di evasione scolastica. Dove non c’è lavoro. Dove mancano le opportunità. Dove se nasci in ambienti difficili non hai speranze di emergere. Dove sei costretto ad andare al Nord o in Europa per trovare università e aziende disposte a darti un futuro.
I fatti
“La colpa è nostra, la nostra generazione ha fallito – ha detto un manifestante a l’Unità – Abbiamo seminato male e questi sono i frutti che raccogliamo. Ai ragazzi oggi tutto è dovuto. Le famiglie li accontentano a prescindere e non ci sono più modelli positivi ai quali rapportarsi. Anche la scuola è crollata come riferimento. Non siamo stati in grado di trasmettere i giusti valori. Questa città non ha futuro, sta morendo lentamente uccidendo i suoi figli“.