Una città colpita a morte
Se Napoli è senza futuro non è solo colpa delle fiction e di TikTok
Dare la colpa alle serie tv e all'abuso dei social, rispetto ai gravi fatti di cronaca accaduti, vuol dire guardare soltanto il dito e non la luna. Vuol dire mentire essendo consapevoli di farlo. Se in una città dove poche cose funzionano, non c'è più speranza, è anche dovuto alla scomparsa dei modelli sociali di riferimento. A dirlo sono i numeri sulla dispersione scolastica, sulla disoccupazione e sulla fuga dei giovani al Nord e in Europa. E pare che la politica non abbia soluzioni
Editoriali - di Andrea Aversa
Come sempre dopo la tragedia scattano gli slogan e le frasi fatte. La propaganda che sta inondando i media, pregna di ipocrisia e falsità, non ha risparmiato noi cittadini nemmeno questa volta. Neanche dinanzi ad un dramma di questo calibro: un giovane musicista – Giovanbattista Cutolo – ucciso a colpi d’arma da fuoco da un minorenne. È accaduto a Napoli, di notte in piazza Municipio, qualche giorno fa, a due passi da Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli. Secondo alcuni intellettuali e politici di spicco le cause principali di questo degrado umano e sociale, sono due: l’invasione delle fiction violente e l’abuso dell’utilizzo dei social. In particolare quel TikTok che starebbe rovinando intere generazioni con i suoi modelli sbagliati.
Napoli senza speranza e futuro
Così, successivamente a un brutale fatto di cronaca, le istituzioni non si sono assunte alcuna responsabilità. Più facile prendersela con qualche serie tv e attaccare una piattaforma web, piuttosto che chiedere scusa, illustrare la realtà e promettere – invece di soluzioni impossibili, belle da dire in campagna elettorale o davanti a una telecamera – rimedi fattibili e concreti. Niente da fare, neppure l’orrore che ha colpito Giovanbattista, la sua famiglia e i suoi amici, hanno avuto il privilegio di ottenere la verità. E purtroppo, il giovane musicista non è stato l’unico a restare vittima di questa spirale di violenza. I recenti avvenimenti che hanno ferito Napoli quasi non si contano più. E questa abitudine al marcio ha creato da una parte una triste assuefazione, dall’altra una totale rassegnazione.
La cronaca
E quando ci si sente impotenti nel cambiare le cose o impauriti nel far valere le proprie ragioni (per paura di ricevere una coltellata o un proiettile), si perde anche la speranza. Quest’ultima Napoli l’ha persa da tempo. Una città che si crogiola nei suoi rari successi calcistici, nei numeri del turismo-caos, in una storia ammuffita e non valorizzata insieme alla sua immensa cultura. Una città, piena di zone degradate e abbandonate, dove solo chi ha di più vive bene. Dove nessun servizio pubblico funziona a dovere. Dove non si va più a scuola, dove non c’è lavoro e dove per curarsi e studiare in modo adeguato e civile, bisogna essere costretti ad andare al Nord e in Europa. In questo scenario, quale può essere il futuro di Napoli e dei suoi giovani? Ragazzi sbandati, privi di un’educazione normale e continuamente assecondati dalle madri e dai padri, che si divertono ad essere più loro amici che loro genitori. Molti di questi nascono e vivono in quartieri dove emergere è diventato impossibile. Come se la geografia e le proprie origini fossero ormai una condanna.
I numeri per non guardare solo il dito ma la luna
Ebbene chi dà la colpa alla televisione e a internet mente in modo criminale e spudorato. Dimostra di non voler guardare la luna ma solo il proprio dito. A dimostrarlo sono i seguenti dati. Statistiche impietose che smentiscono questi mercanti di balle. Secondo le rilevazioni dell’Istat per il 2022, il tasso di disoccupazione in Campania è stato del 17,4% (il più alto d’Italia, considerato anche il rapporto con il numero di abitanti). Nella sola area metropolitana di Napoli la cifra ha raggiunto un valore record: 21% (calcolando sia la popolazione maschile che femminile, dai 15 ai 60 anni). L’Ufficio studi della Cgia di Mestre (l’associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese), ha previsto – grazie ai calcoli di Prometeia e dell’Istat – che nel 2023 i disoccupati in Campania aumenteranno di 11.054 unità. A Napoli, la provincia più colpita del Belpaese, ci saranno 5.327 disoccupati in più.
Scuola, lavoro e fuga dalla città
In merito alla dispersione scolastica, il Comune di Napoli (che per ovviare al dramma ha avviato un ‘Patto educativo‘) ha reso noto che nell’anno 2022-2023, sono stati almeno 2.000 i bambini segnalati per non essersi presentati in classe. Principalmente colpite le aree Nord ed Est del capoluogo campano. Con un tasso del 10.4%, Napoli è la città italiana con maggiore dispersione scolastica. A causa di un’istruzione scadente, anche per colpa degli scarsi investimenti nella ricerca e di un’università del tutto sganciata dal mondo del lavoro (a meno che non ci si possa permettere ricchi master e corsi specialistici), ai giovani non resta che scappare via. Per il report pubblicato nel novembre del 2022 dalla Caritas, la Campania e Napoli sono rispettivamente la regione e la città dalla quale si emigra di più dal Sud. Lo scorso anno sono stati 329mila i ragazzi che hanno lasciato la propria terra per studiare e lavorare altrove. Ben 170mila hanno abbandonato Partenope per approdare al Nord. Ciò avviene nonostante la Campania sia la regione che spende di più in termini di formazione. Un grave paradosso che dovrebbe far riflettere una politica inerme.