La volta di "Povere creature"
“Povere Creature” conquista Venezia, Lanthimos si supera con la Bella Baxter di Emma Stone
Genio, risate, applausi. E una protagonista, Emma Stone, capace di incarnare una parabola di formazione al femminile che sa andare oltre steccati e tabù. Il regista de “La Favorita” fa centro
Cinema - di Chiara Nicoletti
140 minuti di sorpresa, risate inaspettate, genio creativo, tutto questo è Povere Creature di Yorgos Lanthimos, film in concorso alla 80esima Mostra d’Arte cinematografica di Venezia, protagonista del terzo giorno di manifestazione e in uscita nelle sale il 25 gennaio con The Walt Disney Company Italia. A giudicare dalla reazione della stampa e del pubblico, sembra già non esserci più gara poiché la pellicola interpretata e prodotta da Emma Stone si supera per idee, fotografia, recitazione, scenografia.
Storia della fantastica evoluzione di Bella Baxter (Emma Stone), una giovane donna che viene riportata in vita a un passo dalla morte da un brillante e poco ortodosso scienziato, il Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe). La ragazza, come una neonata, sotto la protezione di questo padre e unico riferimento affettivo, fa passi da gigante, desiderosa di imparare. Costretta in casa per la sua presunta inabilità ad affrontare il mondo, Bella decide di fuggire con Duncan Wedderburn, uno scaltro avvocato approfittatore, pronta a un’avventura attraverso i continenti. Ispirato dal romanzo di Alasdair Gray, Lanthimos ne ha cambiato il punto di vista, guardando tutto attraverso gli occhi di Bella e il suo coming of age, il suo scoprire il mondo senza limitazioni, senza regole.
“Questo personaggio mi è piaciuto più di qualsiasi altro personaggio che abbia mai letto perché ha una mente libera, senza preconcetti e pregiudizi, che sperimenta il mondo alle proprie condizioni”, dichiara Lanthimos nell’introdurre il film qui a Venezia. Emma Stone non è presente al Lido perché solidale con lo sciopero degli attori ma il suo dedicarsi anima e corpo a Povere Creature, è chiaro e lampante, e rimarcato da Lanthimos: “Emma ha vissuto con questo personaggio per tanto tempo e ha preso parte a ogni decisione presa sul film”.
Nelle note di produzione del film, l’attrice di La Favorita, presentato insieme a Lanthimos qui a Venezia nel 2018 dice di Bella: “Ero elettrizzata e spaventata per tutte le giuste ragioni. Bella non ha alcuna vergogna o trauma: non ha nemmeno un passato. Non è stata allevata da una società che pone questi limiti alle donne. Questo può essere incredibilmente liberatorio, ed è impossibile svolgere delle ricerche per un ruolo del genere. Bella è influenzata dagli uomini che incontra, dalle donne che incontra, dall’ambiente in cui si trova, da ciò che mangia. È come una spugna”.
Il mondo distopico-vittoriano che scopre la protagonista di Povere Creature, visitato per tappe di un Grand Tour (un lungo viaggio nell’Europa continentale intrapreso dagli aristocratici) è una festa di paesaggi e personaggi, di luoghi della mente e del corpo, piattaforma perfetta per ogni piccola scoperta di Bella, dalle gioie del sesso al modo in cui gli esseri umani e soprattutto gli uomini si relazionano tra loro e con le donne, in meccanisimi di potere e sopraffazione a cui l’ingenua e concreta protagonista non vuole sottostare. Lei, quelle regole, non le vuole accettare perché, semplicemente, non le comprende, sono ostacoli alla comprensione di sé.
Le parole di Emma Stone ci arrivano nuovamente in soccorso per immaginare cosa aspettarsi dal film: “La storia che Yorgos mi ha spiegato già sul set di La favorita, è stata di grande ispirazione: immaginare un mondo dove la tua mente non è condizionata dal modo in cui sei stata cresciuta e dal modo in cui ti hanno insegnato a comportarti. Questa storia parla di cosa significhi essere una donna coraggiosa e libera, dell’accettazione di questa parte di noi. Dal punto di vista sociale, sei sempre abituata a pensare ‘piaccio alle altre persone?’. Per lei, questo non conta nulla”. Prosegue poi Stone con l’elogio a Lanthimos: “Yorgos comprende e ama le donne, e riesce a raccontare le loro storie in modo geniale”.
Sottolinea Emma Stone che, fosse solo per l’attenzione che viene data alla scoperta del sesso e del piacere per Bella, il film è molto più europeo che americano: “In Europa c’è una mentalità molto diversa rispetto all’America in relazione al sesso, ed è qualcosa che ha sempre lasciato Yorgos molto perplesso. Ora che lo conosco da quasi sette anni, la penso come lui anche se sono americana. Qui in America, possiamo assistere a tanta violenza e dolore inflitti alle persone in massa, ma la nudità e la sessualità sono scioccanti per noi. Invece, per Yorgos è l’esatto opposto”, scrive Stone. È proprio la paura che circonda l’esplorazione della sessualità femminile una delle ragioni principali che hanno spinto Stone a interpretare Bella.
I momenti in cui la ragazza scopre la “felicità” che le può dare il suo corpo sono tanto numerosi e immaginiamo impegnativi da interpretare quanto le interazioni sessuali con molti uomini, in primis Mark Ruffalo, il trasgressivo avvocato Duncan Wedderburn. A questo proposito Lanthimos svela che a guidare Stone e tutto il cast e la produzione c’è stato un “coordinatore di intimità”, figura fondamentale sui set e quasi obbligatoria da qualche anno a questa parte, per evitare disagi e incomprensioni. Dall’inizio alla fine Povere Creature è imprevedibile, stupore continuo, non ci sono esitazioni, lo si ama dal primo fotogramma, impossibile fare altrimenti. A contendersi l’attenzione del pubblico con Lanthimos, in concorso ci prova Saverio Costanzo con la sua favola nera, Finalmente l’Alba, un Alice nel paese “solo apparentemente” delle meraviglie.
Inizialmente nato per raccontare l’omicidio della giovanissima Wilma Montesi, avvenuto nell’aprile del 1953, che rappresentò per l’Italia il primo caso di assassinio mediatico, è diventato un racconto di formazione di una giovane, Mimosa (la bellissima scoperta Rebecca Antonaci) alla scoperta di sé durante una notte di avventura nel mondo della Cinecittà di quegli anni e le star inarrivabili, qui interpretate da Lily James e Joe Keery. “Le cronache raccontano che, con l’omicidio Montesi, l’Italia avesse perso l’innocenza” spiega Costanzo e prosegue: “nel tempo abbiamo sviluppato un non-empatizzare con la vittima, nel gioco perverso di vedere cadere qualcuno. Mimosa (Rebecca Antonaci) esce nel tentativo di cambiare un epilogo: così, è un personaggio che segue il sentiero della Montesi ma con un epilogo che riconsegna la dignità della memoria”.
E dal film che Costanzo dedica al padre Maurizio, da poco scomparso, passiamo ad un attesissimo debutto alla regia, quello di Micaela Ramazzotti, nella sezione Orizzonti, con Felicità di cui la neo-cineasta è anche protagonista. L’indimenticabile protagonista di La Pazza Gioia racconta due fratelli, Desiré e Claudio ( Matteo Olivetti), vessati da una famiglia (la coppia Galiena-Tortora) che non li ha mai sostenuti: “È un film che sognavo la notte nelle mie fantasie – confessa Ramazzotti. Una famiglia di Fiumicino con due figli fragili e buoni. Questa è la storia della loro emancipazione. Mi piace raccontare le persone nate storte, l’infelicità rende stanchi di testa e fisicamente, la felicità si accende solo un attimo”.