Mattanza di Stato
Frosinone, detenuto trovato impiccato in cella: aveva 35 anni
Ancora un suicidio in carcere, ancora un uomo che si è tolto la vita. La vittima era un ex tossicodipendente condannato per aver commesso delle rapine. Dopo aver scontato una prima condanna aveva cercato lavoro ma senza riuscire a trovarlo: la sorella pronta a presentare un esposto
Giustizia - di Redazione Web
Quando è stato trovato impiccato nella sua cella è stato tirato giù e immediatamente sono stati allarmati i soccorsi. Purtroppo, nonostante l’arrivo presso l’ospedale di Frosinone, per lui non c’è stato niente da fare. Stiamo parlando dell’ennesimo delitto avvenuto dentro le mura di un carcere italiano. Si, perché si è trattato dell’ennesimo omicidio di Stato: un uomo di 35 anni si è tolto la vita nel penitenziario ciociaro. Ancora un altro suicidio.
Chi è il detenuto suicida a Frosinone
Secondo quanto scritto e pubblicato dal Corriere della Sera, la vittima si chiamava Antonio Di Mario ed era originario di Ceccano, piccola cittadina laziale. Il giovane aveva problemi di dipendenza dalle droghe ed era finito in carcere per alcune rapine commesse ai danni di alcuni distributori di benzina. Già in passato era stato detenuto presso il carcere di Pescara. Una volta uscito, dopo aver espiato la pena, ha cercato di trovare lavoro senza riuscirvi.
L’avvocato
Così Di Mario è finito di nuovo tra le braccia della criminalità e soprattutto tra le mura di un penitenziario. E questa volta non ha retto. Ha spiegato il suo avvocato, Filippo Misserville: “Mi chiamava spesso, perché voleva tornare in una comunità di recupero. Esperienza che, in passato, non aveva sortito grandi risultati, ma ora lui voleva riprovarci. L’uso di droga, infatti, lo aveva ulteriormente indebolito sia fisicamente che psicologicamente. Indubbiamente un’infanzia difficile lo aveva segnato sin da piccolo“.
L’esposto della sorella
Di Mario aveva perso anni fa i genitori. L’unico affetto a lui vicino è sempre stato rappresentato dalla sorella. Come riportato da Ciociariaoggi, la donna sarebbe pronta a presentare un esposto alle autorità competenti: “Antonio è morto solo, e questo e per me è inaccettabile. Non riesco a darmi pace per la sua morte, e non riesco a spiegarmi perché sia stato collocato in cella da solo, nonostante le sue problematiche psichiatriche. In carcere tutti sapevano delle sue condizioni, e tutti sapevano che negli ultimi giorni aveva già posto in essere atti di autolesionismo: ed allora perché lasciarlo solo? Perché non inserirlo in una cella con altri detenuti? E poi perché nessuno mi ha tempestivamente avvisato su ciò che stava accadendo? Mio fratello avrà ricevuto tutti i soccorsi del caso?“