Altro che “marciare compatti” in vista di un autunno caldissimo per una economia che fornisce evidenti segnali di flessione. L’appello della premier Giorgia Meloni agli alleati di maggioranza si è andato ad infrangere sulle manovre in corso in casa Fratelli d’Italia per modificare la legge elettorale per le Europee, col dossier in mano al capogruppo al Senato Lucio Malan e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
L’obiettivo, come anticipato lunedì da Repubblica, è quello di abbassare la soglia di sbarramento dal quattro per cento previsto dall’attuale legge ad un più raggiungibile tre. Mossa che ha un duplice obiettivo: aiutare da una parte i partiti minori della maggioranza, come l’area di “Noi Moderati” di Maurizio Lupi, e dall’altra di fare uno “sgambetto” al Partito Democratico, con un assist agli alleati dei Dem più a rischio nel raggiungimento del 4 per cento, come Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa, ma anche alle forze estranee ai due “poli” come Azione e Italia Viva, che verrà ribattezzata “Il Centro” per le Europee.
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Contro il progetto di riforma è arrivato un secco ‘no’ da parte di Lega e Forza Italia. “La Lega è contraria ad abbassare la soglia di sbarramento in vista delle elezioni Europee: la modifica della legge elettorale non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli Italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio. Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole”, spiegano infatti dal Carroccio.
Stesso posizione espressa anche Maurizio Gasparri per Forza Italia. “A Renzi hanno preso i voti tutti gli altri. Aveva il quaranta percento nella sua stagione di grande successo, ma ora arranca e pietisce la riduzione del quorum per entrare al Parlamento Europeo dal 4% al 3%, che lui non otterrà mai. E non sarà rivista la soglia di accesso, anzi si dovrebbe aumentare al 5%. Quindi nessuna illusione di riduzione pro Renzi o pro Fratoianni. Renzi ha già tentato con Calenda di formare un ‘centro’, ma è finita male. L’Italia è bipolare: c’è un centrodestra che naviga coeso e compatto e una sinistra che a volte fa fatica ad allearsi. Questa è la realtà: Renzi, con la sua ‘Italia Viveva’ tornerà all’autogrill a comprare i biscotti, ma questa volta senza incontrare i servizi segreti”, spiega il big del partito azzurro.
A beneficiare di un abbassamento della soglia di sbarramento sarebbero i partiti alleati del Partito Democratico, AVS e +Europa, ma anche Italia Viva. Renziani che ieri si sono affrettati a smentire un accordo con la presidente del Consiglio Meloni in tal senso. “Italia Viva si opporrà” ad una eventuale riforma della legge elettorale, ha scritto su Twitter la senatrice e coordinatrice nazionale Raffaella Paita. “Lo sbarramento deve restare al 4%. Quando un progetto è credibile, non si deve avere paura del voto dei cittadini”, le parole della fedelissima dell’ex premier.