Kevin Laganà prende lo smartphone e fa un video, inquadra sé stesso in modalità autoscatto e poi la stazione di Brandizzo. Ci sono alcuni operai che cominciano a lavorare sui binari. E si sente la voce di un uomo. “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte”. Poco dopo è Laganà stesso a dire: “Non abbiamo ancora l’interruzione”. Con molte probabilità si tratta dell’ultimo video della strage ferroviaria che si è consumata a Brandizzo nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 31 agosto. Il video dura poco più di sei minuti. È stato trasmesso dal TG1 nell’edizione delle 13:00 e ripreso da numerose testate online.
Laganà aveva 22 anni. Era il più giovane degli operai morti a causa dell’incidente. Cinque operai sono stati travolti da un treno in transito al binario 1. Gli altri si chiamavano Michael Zanera, 34, Giuseppe Saverio Lombardo, 52; Giuseppe Sorbillo, 43; Giuseppe Aversa, 49. Lavoravano tutti per una ditta appaltatrice esterna, la Si.gi.fer. di Borgo Vercelli, leader nel settore, attiva dal 1993, con 250 dipendenti in tutta Europa e in Sudamerica. La Polfer ha accertato che la motrice addetta alla movimentazione dei vagoni stava viaggiando a 100 chilometri all’ora e non come emerso in un primo momento a 160 chilometri orari.
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La Procura di Ivrea competente per il territorio ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Il video è tra gli atti acquisiti dalla procura nell’inchiesta sull’incidente. La frase dell’uomo – “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte” – presume che il transito sul binario dove gli operai dovevano lavorare non fosse interrotto. Non è chiaro di chi sia la voce. Due gli indagati al momento, i due superstiti della tragedia: Antonio Massa, il tecnico di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e addetto al cantiere in cui lavoravano gli operai e Andrea Girardin Gibin, capocantiere dell’azienda Si.gi.fer.
Il video è molto significativo ai fini dell’inchiesta in quanto l’ipotesi investigativa principale è che gli operai avessero cominciato a lavorare sui binari prima di ricevere l’autorizzazione formale tramite modulo M40 che ufficializza lo stop ai treni in transito e che non sarebbe stata ancora fornita agli investigatori. Potrebbe essere una prova di dolo eventuale. Il video sarebbe stato recuperato da una parente sul profilo Instagram di Laganà e consegnato agli investigatori dagli avvocati dalla famiglia. Non era mai stato pubblicato.