Il governo conservatore inglese guidato da Rishi Sunak è nuovamente al centro delle polemiche, politiche e mediatiche. Tutta colpa della decisione di chiudere 156 scuole nel Paese a causa del rischio crollo: resteranno interdette per studenti e docenti fino a quando non verranno messe in sicurezza. I tempi sono incerti perché il problema di fondo è da collegare alla costruzione delle strutture con un particolare tipo di cemento, il calcestruzzo aerato autoclavato, considerato a rischio crollo.
Polemiche nate anche per il tempismo della decisione, arrivata a pochi giorni dall’inizio delle lezioni: così il governo ha lasciato alle scuole pochissimo tempo per mettere in atto le misure richieste per la riapertura ma anche per mettere in moto la macchina per il trasferimento degli studenti in altre scuole o comunque altre strutture provvisorie dopo poter iniziare le lezioni, così come per allestire lezioni online.
Ma Sunak è finito nel ciclone anche per il suo vecchio ruolo di Cancelliere dello Scacchiere, l’equivalente del nostro ministro dell’Economia, ai tempi del governo di Boris Johnson. Da responsabile delle finanze Sunak si rese protagonista di una stagione di profondi tagli ai fondi per l’edilizia scolastica, scelta questa rinfacciata al primo ministro dai sindacati degli insegnanti, da gruppi di genitori e soprattutto dall’opposizione del Partito Laburista. Jonathan Slater, per anni un importante dirigente del dipartimento dell’Istruzione, ha inoltre accusato Sunak di aver dimezzato il numero di scuole da costruire ogni anno, passando da 100 a 50, benché la raccomandazione originale del dipartimento dell’Istruzione fosse di costruirne dalle 300 alle 400 all’anno.
A mettere ancor di più i bastoni tra le ruote al premier è anche la possibilità che la lista di scuole da chiudere possa allungarsi dopo ulteriori controlli, che saranno conclusi soltanto a dicembre, come riferito dal dipartimento dell’Istruzione britannico.
Da parte sua il primo ministro Tory ha rivendicato che il suo governo ha stanziato 7,1 miliardi di sterline (circa 8,3 miliardi di euro) per le scuole in Inghilterra fino alla fine del 2023, cifre comunque più basse rispetto a quelle stanziate in passato dai governi laburisti.
I problemi per Sunak arrivano però anche dalla clamorosa ammissione della sua ministra dell’Istruzione, Gillian Keegan: quest’ultima è stata costretta a riferire che i governi britannici, guidati dai Conservatori ormai dal lontano 2010, fossero a conoscenza del problema del calcestruzzo aerato autoclavato già dal 2018. Proprio quell’anno il tetto di una scuola inglese che conteneva del RAAC (abbreviazione inglese del calcestruzzo aerato autoclavato) era crollato, fortunatamente durante il weekend e dunque a scuola chiusa.
Sullo sfondo c’è ovviamente la corsa al voto, con le elezioni in programma fra circa un anno che vedono il Labour di Keir Starmer volare nei sondaggi con una media di 20 punti di vantaggio sui Tories, con altissime probabilità di riportare il centrosinistra a Downing Street dopo oltre 10 anni.