Firme falsificate
Il castello di Torella in Molise e la “supertruffa” col Superbonus: fatture per lavori mai fatti all’insaputa dei proprietari
Cronaca - di Carmine Di Niro
Di storie di truffe legate al Superbonus ne sono emerse a centinaia dalla “nascita” della misura fortemente voluta dal governo di Giuseppe Conte, ma quella che arriva dal piccolo Molise desta uno scalpore certamente maggiore. Protagonista è il castello di Torella del Sannio, piccolo centro in provincia di Campobasso finito al centro di una indagine per lavori di ristrutturazione mai iniziati, pur presentando fatture per 146mila euro.
Fatture intestate a Leonardo Cammarano, filosofo 92enne morto mesi prima in Francia, nel villaggio di Saint-Vertu in Borgogna, dove aveva vissuto negli ultimi anni. Firma impossibile, visto il decesso del genero di Benedetto Croce, come sottolinea all’edizione romana del Corriere della Sera la moglie Angela Piscitelli: “Oltre alla sorpresa e allo sconcerto per quella comunicazione dei finanzieri, c’è stata forte l’amarezza per l’oltraggio alla memoria di mio marito. Una cosa davvero schifosa”.
Il castello di Torella del Sannio è una delle delle sei fortezze in tutta Italia ad aver richiesto le agevolazioni del Superbonus, una truffa bella e buona visto che la struttura non poteva ricevere alcun denaro pubblico: sul castello insistono ben tre vincoli della Soprintendenza, dunque “è impossibile pensare anche solo di spostare una pietra”, sottolinea Piscitelli.
Eppure “per qualche mese la pratica edilizia è andata avanti”, spiega la vedova di Cammarano, che all’interno del castello ospita un museo dedicato alla pittrice e direttrice d’orchestra Elena Ciamarra, madre di Piscitelli. Fino all’inchiesta della Finanza e all’arresto di quattro persone: un commercialista, un tecnico asseveratore e altri due soggetti. Come riferisce il Corriere, nei cassetti fiscali delle due società utilizzate per operazioni illecite anche in altre province sono stati sequestrati crediti per 1,4 milioni di euro, in parte già ceduti a una società terza (non coinvolta).
Alla base della truffa la firma falsa di Cammarano, probabilmente copiata da uno dei tanti documenti disponibili a suo nome. Secondo Piscitelli “è possibile che l’idea sia venuta a qualcuno che è venuto qui come visitatore e l’ha fotografata”.