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Russia al voto, elezioni farsa anche nelle 4 regioni ucraine annesse tra minacce e bombardamenti

Russia al voto, elezioni farsa anche nelle 4 regioni ucraine annesse tra minacce e bombardamenti

Una farsa, l’ennesima in territori già annessi illegalmente con dei referendum senza alcun valore legale internazionale lo scorso autunno. Gli occupanti russi nelle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia hanno indetto questo fine settimana, le urne sono già aperte e lo resteranno fino a domenica, delle elezioni che sanno di beffa.

Che si tratti di una farsa lo spiega bene Ivan Fedorov, sindaco ucraino di Melitopol, una città controllata dai russi nella regione di Zaporizhzhia. All’agenzia Associated Press ha spiegato che i residenti locali, scesi a 60mila rispetto ai 149mila di prima dello scoppio del conflitto, sono costretti a recarsi alle urne. “Quando hai di fronte una persona armata, è difficile dire di no”, ha spiegato Fedorov.

Al voto ci saranno quattro partiti, tra cui ovviamente Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, unico in realtà presente “sul posto” grazie ad una serie di cartelli pubblicitari. Presenti, ma di fatto si tratta di una messinscena, anche altri partiti come il Partito Comunista e il Partito nazionalista Liberal Democratico.

Le autorità – ha dichiarato il sindaco ucraino in esilio – fermano le persone per strada per controllare i loro documenti d’identità e trattengono chiunque sembri sospettoso. La gente è intimidita e spaventata, perché tutti capiscono che un’elezione in una città occupata è come votare in prigione”. Elezioni che si tengono mentre le forze armate russe continuano a bombardare il territorio: un attacco aereo russo ha ucciso tre civili e ferito altre quattro persone nel villaggio di Odradokamianka, nella regione di Kherson, come denunciato dal ministro ucraino degli Interni Ihor Klymenko su Telegram. Lo scrive il Guardian sottolineando che la notizia non è stata verificate in modo indipendente.

Le elezioni nelle quattro regioni ucraine occupate dai russi si tengono in contemporanea con le amministrative in 54 entità elettorali della Russia, oltre che nella capitale Mosca: i cittadini saranno chiamati ad eleggere i consigli locali e quelli regionali, che poi nomineranno un governatore regionale.

Elezioni farsa in realtà anche nella “madrepatria” russa, dove il governo ha impedito la candidatura a molti politici contrari al presidente Putin, mentre diverse formazioni di opposizione sono state dichiarate illegali: secondo diversi analisti solo in una piccola regione della Siberia il partito di Putin potrebbe incorrere in una sconfitta per la riconferma del governatore uscente del Partito Comunista. Lì infatti il candidato di Russia Unita si è improvvisamente ritirato, forse anche per evitare quella che sarebbe una clamorosa e unica sconfitta imbarazzante per il regime dello Zar.

Il voto forzato nei territori ucraini occupati e annessi illegalmente da Mosca è ovviamente condannato dagli alleati occidentali di Kiev. La Nato, scrive su X il portavoce dell’Alleanza Dylan White, “condanna lo svolgimento da parte della Russia delle cosiddette ‘elezioni’ nelle zone occupate dell’Ucraina: si tratta di una truffa, di un’illegittimità e di un’altra violazione del diritto internazionale. La Nato è al fianco dell’Ucraina”.

Anche l’Ucraina ha definito ovviamente una farsa le elezioni organizzate da Mosca: “Le pseudo-elezioni della Russia nei territori temporaneamente occupati non hanno alcun valore”, ha affermato il ministero degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in una nota, invitando i partner stranieri “a condannare le azioni arbitrarie e vane della Russia“.