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G20 in India, entra l’Unione Africana e la Russia esulta per la dichiarazione sulla guerra in Ucraina

G20 in India, entra l’Unione Africana e la Russia esulta per la dichiarazione sulla guerra in Ucraina

Accordi su clima, energia, sicurezza alimentare, ma anche empowerment femminile, salute, intelligenza artificiale e digitalizzazione e la questione migratoria. La dichiarazione finale del G20 che si è tenuto in India – le 19 più forti economie del mondo più l’Unione Europea – non ha fatto riferimento alla Russia nella parte dedicata alla guerra in Ucraina. A Mosca esultano, a Kiev accusano. Il Presidente dell’India Narendra Modi nell’ultima giornata del vertice ha passato il testimone a quello brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva che ha annunciato che il prossimo G20 si terrà “in diverse città di tutte e cinque le regioni del nostro Paese. Sarò molto onorato di darvi il benvenuto a Rio de Janeiro nel novembre 2024”.

La dichiarazione finale è stata articolata in tre macrotemi: una prima sessione intitolata One Earth, quindi One Family e l’ultima, stamane, denominata One Future. L’Unione Africana è stata inclusa come membro permanente dal prossimo vertice. Si è discusso di transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale. All’inizio dell’ultima giornata il primo ministro Narenda Modi aveva accolto i leader mondiali al Rajghat, il memoriale di Gandhi, posando sulle loro spalle una sciarpa tradizionale di seta grezza angrakha, con il simbolo di questa edizione del summit. Nel corso della cerimonia i capi di stato e di governo hanno deposto una corona di fiori. “Il mondo è una famiglia”, lo slogan dell’appuntamento a Nuova Delhi nel segno della “Modyplomacy”.

La dichiarazione finale è un documento non legalmente vincolante. A far discutere la parte sulla guerra in Ucraina in cui si legge che “tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione di territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. Nessun riferimento alla Russia. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, rappresentante di Mosca al summit, aveva minacciato di non firmare la dichiarazione qualora fosse stato inserito un riferimento esplicito all’invasione da parte della Russia. E infatti era sembrato a tratti difficile nei giorni scorsi stilare una dichiarazione comune. Fino a pochi giorni fa la parte sull’Ucraina era ancora una pagina bianca.

Lavrov ha quindi definito “un successo” il G20 di New Delhi. “Siamo riusciti a sventare il tentativo dell’Occidente di ‘ucrainizzare’ l’agenda del vertice”, ha detto Lavrov alla chiusura dei lavori del summit. Lula ha assicurato che Vladimir Putin non sarà arrestato qualora dovesse partecipare al G20 in Brasile: sul presidente russo pende l’ordine di cattura spiccato dalla Corte Penale Internazionale per l’accusa di crimini di guerra per la deportazione forzata verso la Russia di bambini ucraini da zone catturate durante la guerra in Ucraina.

“Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto”, ha detto la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, al termine del G20. “Non aiutiamo il racconto interessato che vorrebbe l’Occidente diviso dal resto del mondo. Abbiamo dimostrato che siamo attenti alle esigenze dei Paesi del Sud, non vogliamo contrapposizioni fra Paesi del Nord e del Sud. Voglio ribadire le congratulazioni mie e dell’Italia al primo ministro Modi per la riuscita di questa non facile edizione del G20. L’Italia ha offerto sin dall’inizio collaborazione alla presidenza indiana, soprattutto perché continuiamo a essere convinti che G20 sia un forum multilaterale strategico nella misura in cui consente di dialogare con i paesi emergenti e del sud globale”.

La premier avrebbe anche comunicato al capo del governo cinese Li Qiang l’intenzione di uscire dal progetto strategico della cosiddetta “Nuova Via della Seta”. Oggi stesso è stato lanciato il progetto sponsorizzato dagli Stati Uniti di una grande infrastruttura strategica, marittima e ferroviaria, che colleghera l’India all’Europa passando per il Medio Oriente. E anche l’Italia aderisce all’iniziativa, che si chiama Pgii (Partnership for global infrastructure and investment and India-Middle East-Europe economic corridor).