La posizione
Abi e Bce bocciano la tassa sugli extraprofitti delle banche: “Norma che mina la fiducia dei mercati e che avrà conseguenze per i consumatori”
Le dichiarazioni del Direttore generale dell'Associazione bancaria italiana Giovanni Sabatini, condivise da Forza Italia. Poi la nota dell'istituto di credito comunitario
Economia - di Redazione Web
La norma approvata dal governo e che ha stabilito una tassa sugli extraprofitti delle banche, continua a generare polemiche. Questa volta l’affondo contro la maggioranza è arrivata dall’Associazione bancaria italiana (Abi) per bocca del Direttore generale Giovanni Sabatini. “Una misura che causa un vulnus alla fiducia del mercato. Un dispositivo di dubbia costituzionalità con le leggi italiane ed europee che rischia di far danni all’intera economia“, queste le sue parole in occasione di un’audizione al Senato.
Perché la tassa sugli extraprofitti delle banche è sbagliata
Sabatini ha proposto due miglioramenti: la deducibilità dell’imposta rispetto all’Ires e all’Irap, su redditi e attività produttive, e l’esenzione “reddituale e patrimoniale degli investimenti in titoli di Stato“. Il tema è stato anche al centro di forti polemiche interne all’esecutivo, con Forza Italia contraria al provvedimento e alle modalità con le quali, a inizio agosto, la Premier Giorgia Meloni lo aveva avallato. La Presidente del Consiglio ha deciso di prendere tale decisione, in seguito alla strategia messa in atto dalla Banca Centrale Europea (Bce).
Origini e conseguenze della norma
L’istituto comunitario, per reagire alla crisi economica, ha rialzato i tassi dell’euro di 400 punti base in 12 mesi. Questo ha generato dei profitti per le banche definiti ingiusti dalla Meloni. In merito, ha dichiarato a La Repubblica Alessandro Cattaneo di Forza Italia: “L’Abi ha espresso la sua posizione che non poteva essere lontana dalla nostra. Ossia che il decreto vada modificato. Ce l’aspettavamo. Noi di Forza Italia dialoghiamo sempre direttamente con gli attori economici. Siamo abituati a questo metodo, che usiamo come prassi quotidiana. Continueremo a confrontarci all’interno della maggioranza sperando in un dibattito parlamentare“.
La bocciatura europea
Non solo l’Abi. Anche dall’Europa arriva un giudizio impietoso della tassa sugli extraprofitti delle banche. “L’imposta straordinaria può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario“, in quanto gli investitori “potrebbero avere meno interesse a investire” in banche italiane “che hanno prospettive più incerte“, scrive la Bce, la Banca centrale europea, nel suo parere legale sul provvedimento voluto dall’esecutivo Meloni.
Inoltre “la sua natura retroattiva può alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dar luogo a un ampio contenzioso, creando problemi di incertezza giuridica“, spiega ancora la Banca centrale europea. Per valutare se la tassa sugli extra profitti delle banche “pone dei rischi per la stabilità finanziaria, e in particolare se ha il potenziale di compromettere la capacità di tenuta del settore bancario e di causare distorsioni del mercato“, la Bce consiglia che “il decreto-legge sia accompagnato da un’analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario. Tale analisi dovrebbe illustrare in dettaglio, in particolare, l’impatto specifico dell’imposta straordinaria sulla redditività a più lungo termine e sulla base patrimoniale, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti e sulle condizioni di concorrenza sul mercato, e il suo potenziale impatto sulla liquidità“. “La base sulla quale sarebbe stabilita l’imposta straordinaria – spiega il parere della Bce – non prende in considerazione l’intero ciclo economico e non comprende, tra l’altro, le spese operative e il costo del rischio di credito, come indicato in precedenza“.