L'analisi
Napoli non è una città per bambini
Il capoluogo partenopeo è una metropoli che offre pochissimo alle famiglie: non ci sono luoghi e spazi dove poter andare con i propri figli, non ci sono aree verdi al centro e le uniche due degne di essere frequentate hanno un problema: una è vittima del degrado, l'altra è difficilmente raggiungibile. Partenope non la si può girare in passeggino e ha servizi pubblici scadenti. C'è però una soluzione ma non è per tutti: essere benestanti e bypassare i problemi dei 'comuni mortali'
Editoriali - di Andrea Aversa
Quante volte capita a un padre e una madre di pensare a cosa fare insieme ai propri figli il fine settimana? Il primo pensiero è alle variabili logistiche: possiamo usare l’automobile? Ci spostiamo a piedi per il centro della città? Prendiamo i mezzi di trasporto pubblico? Il secondo è rivolto agli spazi: dove possiamo trovare un luogo all’aperto, magari immerso nel verde dove i bambini possono giocare senza preoccupazioni? A Napoli, purtroppo, è tutto paradossalmente molto semplice. È inutile pensare alle risposte, il capoluogo campano – da questo punto di vista – offre poco o nulla alle famiglie.
Napoli non è una città per bambini
Facciamo qualche esempio pratico. Protagonista dell’articolo una famiglia composta da tre persone: padre, madre e figlia di un anno. È sabato e decidono di muoversi a piedi per evitare disagi come il traffico e la ricerca di un parcheggio. Dunque, si resta in città. E con queste temperature, i luoghi adatti sarebbero due: il mare o un parco. Bene, in centro a Napoli non si può andare in nessuno dei due posti. La città non ha spiagge, le uniche sono a Posillipo, ormai economicamente proibitive e raggiungibili solo con un bus che d’estate percorre un vero e proprio ‘viaggio della speranza’. E sinceramente, il mare non è neanche così bello e pulito come un tempo. Il lungomare, tranne per la famosa ‘Mappatella beach‘ non consente l’accesso all’acqua ma da un punto di vista igienico la balneazione non è raccomandata. Restare su via Partenope e via Caracciolo, congestionate dalla folla, dai ristoranti e dagli ambulanti – con una bimba che ormai cammina ed ha bisogno di muoversi e giocare – è di fatto una follia.
Il verde e il mare
Veniamo ai parchi. Napoli non ne ha. O meglio sulla carta ci sarebbero alcuni spazi verdi dislocati in più quartieri ma la triste realtà è un’altra: l’unica area verde gradevole e meritevole di essere frequentata è il bosco di Capodimonte. Gli altri più famosi (e piccoli), come la villa Comunale (a Chiaia), il Virgiliano (a Posillipo) e la Floridiana (al Vomero) si prestano poco per trascorrervi una giornata. I primi due perché abbandonati e degradati (inoltre il Virgiliano è complicato da raggiungere se non si ha a disposizione un’auto). Il terzo, dopo un’odissea durata anni che ha finalmente portato alla sua riapertura, non è molto fresco ma in compenso è infestato dagli insetti. Benedette, per i residenti (mica possiamo pensare sempre e solo ai turisti?!), quelle due aiuole giganti e tenute piuttosto bene dentro Palazzo Reale a piazza del Plebiscito.
Trasporti, marciapiedi e passeggini
Ma attenzione, perché anche Capodimonte ha i suoi problemi: al bosco – unico polmone verde di Napoli e sede di un museo famoso in tutto il mondo – sempre se obbligati a spostarsi con i mezzi pubblici, si arriva soltanto da piazza Dante o dal museo Nazionale, prendendo due bus o una navetta dedicata. Questo può comportare qualche spiacevole imprevisto, come trovare i pullman super affollati e con borseggiatori a bordo. Capirete che fare tutto questo con un passeggino e varie borse è tutt’altro che comodo. Anzi, se si ha la fortuna di arrivare a Capodimonte ‘sani e salvi’, si tirerà un sospiro di sollievo dopo circa un paio d’ore di stress assicurato.
Una città per ricchi
A proposito di passeggino. Napoli presenta anche questa difficoltà: intere parti di strade e marciapiedi sottratti al libero passaggio. O perché danneggiati, o perché stretti, o perché inaccessibili causa eterni e infiniti lavori in corso, o perché qualche bar o ristorante se n’è impadronito per i propri tavolini, o per qualche bancarella o scooter parcheggiato. Tutto ciò al netto delle barriere architettoniche. Quindi, per i genitori che portano un passeggino, l’avventura in salsa ‘Giochi senza frontiere‘, tra buche, immondizia, cacche di cane e veicoli che sfrecciano come se non ci fosse un domani, è servita.
La domanda è lecita: e se invece di un carrozzino deve passare una sedia a rotelle con un disabile a bordo? Insomma, non solo Napoli ha delle gravi problematiche relative alla vivibilità ma è diventata una città per ricchi. Perché se hai un bel conto in banca puoi permetterti di spostarti in taxi, di prendere l’auto e pagare un garage, di andare in una struttura balneare a Posillipo o magari – perché no – mandare a quel paese i ‘poverelli’ costretti sulla terraferma e goderti il mare in barca.