Dramma migranti
Orrore Lampedusa: 7mila profughi ingabbiati, affogato un neonato di 5 mesi
Tutti su piccoli barchini, di ferro, o di legno scassato. Tutti giunti qui quasi per miracolo, rischiando la vita. Adesso sono ammassati come bestie, perché non c’è più posto
Cronaca - di Piero Sansonetti
Un bambino di cinque mesi è morto affogato a due passi da Lampedusa. Sua madre ha 17 anni. Ha cercato di salvarlo. Non c’è riuscita. Quando i soccorritori gli hanno restituito il corpicino, lo ha abbracciato, abbracciato, e piangeva e non lo voleva lasciare andare. Veniva dalla Guinea. Sperava nel futuro. Per sé, che è poco più di una ragazzina, e per il bambino piccolo piccolo.
Ora la mamma è stata portata a Contrada Imbriacola, dove sono radunate le migliaia di persone sbarcate nelle ultime 48 ore. Ieri ne sono arrivate circa 1500. Il giorno prima erano sbarcati in più di 5000. Tutti su piccoli barchini, di ferro, o di legno scassato. Tutti giunti qui quasi per miracolo, rischiando la vita. Adesso sono ammassati come bestie, perché non c’è più posto. Bisogna trasferirli al più presto ma il sistema di accoglienza del nostro paese ormai è sbriciolato. I trasferimenti arrancano, non funziona più niente. E lì a Contrada Imbriacola non c’è più posto neppure per una piuma. E non c’è acqua, e non c’è cibo, e non si sono letti, anzi non ci sono neppure i metri quadrati necessari per stendere qualche giaciglio a terra.
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Non si sa ancora come sia potuto succedere che un bambino di 5 mesi sia finito in fondo al mare. Il barchino di metallo che veniva dalla Tunisia si è rovesciato. Non si sa se prima che la motovedetta della Guardia Costiera lo raggiungesse o se invece si è rovesciato durante il trasbordo. Ormai ce l’avevano fatta. Erano a poche centinaia di metri dal porto. Era lì, il sogno: era lì. È svanito in un attimo, si è trasformato nella peggiore delle sciagure. Perché quella ragazza di 17 anni fuggiva dalla Guinea e rischiava la vita su una barchetta di ferro? Basta dare un’occhiata a Wikipedia per saperlo.
Il Pil pro capite italiano è di 25 volte superiore al reddito pro capite della Guinea. Cioè un operaio italiano povero che guadagna 1300 euro al mese guadagna 25 volte più di un lavoratore della Guinea. Eccolo il motivo: la povertà, la miseria nera. Perciò si scappa. Per cercare la civiltà, la vita. Il piccolo è morto per questa unica e semplicissima ragione: perché era povero. Dicono Salvini e i suoi: non possiamo mica accogliere tutta l’Africa… Già, invece possiamo affamarla tutta l’Africa. Forse è questo il piano Mattei. E se poi una mamma vuol rischiare la vita, affari suoi. È lei l’unica colpevole: lei.