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Cosa è successo all’aereo delle Frecce Tricolori, l’incidente e lo schianto mortale di Torino: le ipotesi sulle cause
Cronaca - di Redazione
I dubbi sono ancora tanti e le parole più chiare sono arrivate nel tardo pomeriggio di sabato, dopo un sopralluogo nella zona dell’incidente, dalla procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione, che ha parlato di una “lunga indagine” e che sulle cause “non possiamo dire nulla, tutto va accertato”.
Eppure su drammatico schianto dell’Aermacchi MB-339 in dotazione alle Frecce Tricolori e pilotato da Oscar Del Dò, che precipitando al suolo ha travolto l’auto su cui viaggiava una famiglia provocando la morte della piccola Laura, 5 anni, e il ferimento dei genitori e del fratello maggiore, le ipotesi e le ricostruzioni col passare delle ore si fanno strada con maggiore certezza.
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Partiamo dalla zona della tragedia e dal contesto: i velivoli della pattuglia acrobatica nazionale decollano alle 16:52 da Caselle in direzione Vercelli, dove sono attesi per il sorvolo in occasione delle manifestazioni indette per il centenario dell’Aeronautica militare, ovviamente annullate in segno di lutto.
Pochi minuti dopo uno degli aerei, il Pony 4 pilotato da Del Dò, chiamato così perché è il secondo gregario sinistro della formazione, ha problemi al motore. Secondo il generale Urbano Floreani, ex pilota delle Frecce e responsabile della comunicazione dell’Aeronautica sentito dal Corriere della Sera, il Pony 4 comunica al comunica al capo formazione che “il motore si è spento per l’impatto con degli uccelli”, “ma nel frattempo, dopo aver provato in tutti i modi a riaccenderlo, riesce a tenere il Macchi, lanciandosi solo all’ultimo momento, portando l’aereo lontano dalle case”.
Il problema con gli uccelli viene chiamato tecnicamente “bird strike”: il Corriere della Sera spiega che alcuni comandanti e primi ufficiali presenti in aeroporto, chi in attesa di decollare e chi appena atterrato, segnalano ai colleghi che in quel momento ci sono diversi uccelli tanto da ritenere il rischio di “bird strike” elevato. Al momento non ci sono state conferma al riguardo da parte della procura di Ivrea.
L’Aermacchi MB-339 precipita all’interno del sedime aeroportuale di Caselle e prende fuoco: alcuni dei suoi pezzi, ancora in fiamme, sfondano però il reticolare che delimita lo scalo torinese.
Qui le ricostruzioni dell’incidente sono ancora poco chiare e sarà l’inchiesta della procure di Ivrea a evidenziare cosa sia realmente accaduto. Una delle ipotesi è che un pezzo incandescente dell’aereo abbia colpito l’auto su cui viaggiava Laura col fratello e i genitori, provocando la morte della bambina e il ferimento dei familiari; altra ipotesi è che l’esplosione del velivolo a ridosso del veicolo lo abbia di fatto sollevato e fatto ribaltare, l’auto avrebbe quindi preso fuoco con la vittima ancora al suo interno, mentre i genitori tentavano inutilmente di estrarla dalle lamiere.
I familiari della bambina morta nell’incidente sono stati portati in ospedale: il fratello, di dodici anni, ha ustioni sul 15 per cento del corpo ed è in prognosi riservata. La madre e il padre hanno ustioni rispettivamente sul 12 e sul 4 per cento del corpo.
Parallelamente alla magistratura, dovrà indagare la commissione di investigazione dell’Aeronautica. Anche attraverso il campionamento dei liquidi (olii, carburante), il controllo dei sistemi idraulici, l’ascolto delle registrazioni audio e l’analisi dei rottami.