"Pressioni su di lui"
“Panzeri costretto a confessare dall’arresto di moglie e figlia”, l’accusa dei legali sul Qatargate
Con moglie e figlia in galera, senza avvocato, ottiene una pena mite e la liberazione delle donne con ammissioni che rafforzano le tesi degli investigatori. Ha firmato un pentimento: un anno di domiciliari, scarcerato lo scorso aprile
Giustizia - di Redazione Web
Il Corriere della Sera pubblica un articolo che riporta la protesta degli avvocati di Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate, dopo che in casa gli erano stati trovati 600mila euro in contanti. Le accuse che le indagini avevano messo insieme parlavano di finanziamenti da Marocco e Qatar per condizionare l’Eurocamera. Oltre a Panzeri arrestati anche Francesco Giorgi, su assistente parlamentare fino al 2019, e la moglie di quest’ultimo Eva Kaili. Secondo i legali sull’uomo era stata “fatta pressione” quando era “vulnerabile”, accusano gli inquirenti di “slealtà”.
Laurent Kennes e Marc Uyttendaele hanno scritto in un documento depositato agli atti che “con il peso sulla coscienza di figlia e moglie in galera, Antonio Panzeri, interrogato senza avvocato – riporta il Corriere – , cede alla promessa di una pena mite e della liberazione delle donne, si pente e fa ammissioni che sembrano rafforzare le accuse degli investigatori enfatizzando il ruolo di alcuni protagonisti del Qatargate, ma minimizzando all’estremo la figura di colei che molti mesi dopo costringerà il celebrato giudice Claise ad abbandonare l’inchiesta”.
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Panzeri era arrivato a Bruxelles nel 2004 e ci era rimasto fino al 2019. Aveva cominciato la sua carriera politica tra il Partito Comunista Italiano e il movimento sindacale. Dopo la sua rielezione da europarlamentare nel 2009 si era occupato nella commissione esteri dei rapporti con il Maghreb. Passato dal Partito Democratico ad Articolo 1, alla fine dell’esperienza da eurodeputato aveva fondato la Ong Fight Impunity della quale era anche direttore. Alla polizia, nell’interrogatorio, raccontò che l’ong raccoglieva 200mila euro all’anno. Gli avvocati il 14 dicembre depositarono un’istanza di protesta perché il loro assistito “non è stato informato in maniera chiara sulle conseguenze” della rinuncia a un legale nella primissima parte degli interrogatori e che la figlia aveva incaricato Kennes.
Secondo i legali si sarebbe auto-incriminato di corruzione dopo gli arresti della moglie e della figlia in Italia. E avrebbe citato due europarlamentari italobelgi davanti agli inquirenti che gli prospettavano quindici anni di carcere. Panzeri avrebbe però ridimensionato la figura di Maria Arena. A casa del figlio, otto mesi dopo, però erano stati trovati 280 mila euro. A questo punto il giudice Michel Claise era già fuori dall’inchiesta perché era emerso che il figlio era socio della donna.
Il 17 gennaio l’ex europarlamentare ha firmato il pentimento, un anno direclusione agli arresti domiciliari e la confisca di un milione di euro. I pm a quel punto hanno rinunciato alla consegna dall’Italia di moglie e figlia che vengono liberate. Panzeri è stato scarcerato dall’Istituto di Saint-Gilles a Bruxelles lo scorso aprile, dopo che il 6 aprile scorso la Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles aveva deciso di rilasciarlo sotto sorveglianza elettronica.