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Cosa sta accadendo in Kosovo, è di nuovo alta tensione con la Serbia

Cosa sta accadendo in Kosovo

Accuse reciproche tra Kosovo e Serbia dopo uno scontro mortale tra uomini armati di etnia serba e la polizia nel nord del Kosovo. Un poliziotto e tre uomini armati sono stati uccisi ieri durante l’assedio di un monastero serbo-ortodosso nel villaggio di Banjska. Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha accusato la Serbia di sostenere il gruppo armato. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha affermato che i funzionari del Kosovo hanno la responsabilità ultima delle morti, aggiungendo che i tre uomini armati uccisi erano serbi del Kosovo. Lo scontro di domenica segna una delle più gravi escalation in Kosovo da anni, e segue mesi di crescente tensione tra le due parti. Unità di polizia kosovare a bordo di veicoli blindati sono intervenute questa mattina per mettere in sicurezza e perquisire Banjska.

Cosa sta accadendo in Kosovo

Le unità di polizia questa mattina hanno perquisito alcune case del villaggio, alla ricerca di eventuali uomini armati che non fossero fuggiti. Per le autorità di Pristina, la sparatoria sarebbe stata causata da uomini armati di etnia serba che si sono barricati in un monastero ortodosso e hanno aperto il fuoco contro gli agenti accorsi sul posto. La polizia ha ripreso il controllo del monastero ieri in tarda serata dopo che tre aggressori e un agente di polizia sono rimasti uccisi. Il presidente Vucic ha affermato che Kurti sta incitando la popolazione serba locale alla violenza rifiutandosi di formare l’Associazione delle municipalità serbe, un organismo che concederebbe maggiore autonomia ai serbi del nord del Kosovo.

L’assalto e lo scontro armato

Intanto, nel Nord, dove la maggior parte della minoranza etnica serba del Kosovo vive in quattro comuni intorno a Mitrovica, la polizia è impegnata in pattugliamenti alla ricerca degli aggressori armati, ritenuti responsabili dell’uccisione dell’agente. Secondo i media kosovari, sono stati chiusi i passi di Jarinje e Brnjak, al confine con la Serbia. All’attacco avrebbero partecipato circa 30 uomini armati vestiti con uniformi da combattimento. La milizia ha aperto il fuoco su una pattuglia di polizia intorno alle 3 del mattino. Hanno poi utilizzato un veicolo blindato per sfondare i cancelli del monastero del villaggio, dove sono rimasti in conflitto con la polizia kosovara fino a sera. Le due parti si sono scambiate sporadicamente colpi d’arma da fuoco fino al calare dell’oscurità, quando gli assalitori sono fuggiti a piedi dal monastero. Tre degli aggressori sono stati uccisi e due feriti.

Le indagini e gli arresti

Due uomini armati e quattro serbi, scoperti nelle vicinanze con apparecchiature di comunicazione, sono stati arrestati e sono indagati per atti terroristici, riferisce oggi l’Associated Press. La polizia ha sequestrato i veicoli utilizzati nell’attacco, sui quali sono state trovate armi da fuoco di diversi calibri, ma anche esplosivi, munizioni e attrezzature logistiche in grado di equipaggiare centinaia di persone, secondo il ministro degli Interni kosovaro Xhelal Svecla. Non è chiaro chi siano i membri di questo commando o chi li sostenga. “Si tratta di un’unità terroristica, criminale e professionale che ha pianificato e preparato ciò che ha fatto. Non è una banda di contrabbandieri ma una struttura mercenaria che è politicamente, finanziariamente e logisticamente sostenuta da Belgrado“, ha accusato Kurti. Il presidente serbo Vucic ha replicato invece che sarebbero serbi del Kosovoche non vogliono più sopportare il terrore di Kurti“.

Scambio di accuse tra le parti

Vucic ha anche criticato l’Occidente e la sua “ipocrisia” sul Kosovo. “Potete ucciderci tutti. La Serbia non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo, quella mostruosa creazione che avete realizzato bombardando la Serbia“, ha detto, riferendosi all’intervento della Nato del 1999 che portò alla separazione del Kosovo dal suo Paese. Quanto all’Unione europea, l’alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha discusso della nuova escalation nell’area sia con Kurti che con Vucic. Dopo “l’orrendo e codardo attacco terroristico contro gli agenti di polizia del Kosovo“, il diplomatico europeo ha espresso a entrambi la sua condanna con “la massima fermezza” ed ha sottolineato la necessità di liberare i pellegrini bloccati nel territorio del monastero di Banjska.

Mosca

Il Cremlino considera l’escalation della situazione in Kosovo estremamente difficile e potenzialmente pericolosa e segue attentamente gli sviluppi. Lo ha detto il portavoce della sede presidenziale russa, Dmitry Peskov, in conferenza stampa. Lo riporta la Tass. La situazione, ha spiegato Peskov, “è estremamente difficile. Vediamo in Kosovo un atteggiamento tradizionalmente di parte nei confronti dei serbi, questa è una linea tradizionale, sbilanciata. La situazione è davvero molto, molto tesa e potenzialmente pericolosa, la stiamo seguendo molto da vicino“. La crisi del Kosovo è stata al centro di un incontro che si è tenuto a Bruxelles fra gli inviati Ue e Usa, Miroslav Lajcak e Gabriel Escobar, unitamente ai consiglieri diplomatici dei governi di Francia, Germania e Italia. A riferirlo sono oggi i media serbi.

L’Ue

Gli ultimi sviluppi nel nord del Kosovo sottolineano la necessità di compiere passi urgenti per ridurre le tensioni“. Così Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. Il portavoce ha ribadito la “forte condanna dell’Ue dell’orrendo attacco” e la necessità di “trovare una soluzione al continuo stato di crisi” per “ritornare alla normale risoluzione dei problemi attraverso il dialogoBelgrado-Pristina mediato dall’Ue. “Se gli Stati membri vedono la ragione” per farlo, “prenderanno misure” anche contro la Serbia, come fatto con il Kosovo per non aver garantito l’adempimento delle richieste dell’Ue per giungere a una de-escalation, ha spiegato ancora Stano, rispondendo a una domanda sulla possibilità che vengano presi dei provvedimenti contro Belgrado.

La denuncia e la richiesta

Il ministro dell’Interno kosovaro Xhelal Svecla ha chiesto alla Serbia di consegnare al più presto a Pristina tutti i componenti del gruppo armato protagonista degli scontri, rifugiatisi eventualmente in territorio serbo, a cominciare dai sei aggressori rimasti feriti e che, a suo dire, sono attualmente ricoverati in un ospedale di Novi Pazar, città del sud della Serbia non lontana dal confine kosovaro. “Sono rimasti feriti almeno sei terroristi che sono in cura in un ospedale di Novi Pazar. Negli scontri di ieri nessun civile è rimasto feriro, mentre stando alle informazioni disponibili sei terroristi feriti sono ricoverati a Novi Pazar.

Chiediamo alla Serbia di consegnarli subito alle autorità del Kosovo. E cheidiamo al tempo stesso a Belgrado di consegnare tutti i componenti del gruppo armato eventualmente fuggiti in Serbia“. Svecla ha dichiarato che sono stati trovati documenti che provano la partecipazione all’azione armata di ieri di Milan Radojicic, vicepresidente di Srpska Lista, il maggior partito della comunità serba in Kosovo, strettamente legato alla dirigenza di Belgrado. Nel corso di controlli da parte della polizia all’interno del monastero di Banjska, ha aggiunto, sono state rinvenute mappe e planimetrie relative al piano dell’attacco di ieri.

Gli Usa

Ferma condanna” degli attacchi di ieri alla polizia kosovara nel nord del Paese è stata espressa dal segretario di Stato americano Antony Blinken. “Gli autori di questo crimine devono essere ritenuti responsabili attraverso un processo investigativo trasparente“, ha detto Blinken in una dichiarazione riportata oggi dai media a Pristina. Il segretario di Stato ha al tempo stesso invitato i governi del Kosovo e della Serbia a ridurre le tensioni.