La polemica
Chi è Felice Maurizio D’Ettore, il nuovo garante dei detenuti nominato dal governo Meloni
Esperto in diritto privato, ha sempre lavorato a cavallo tra giurisprudenza ed economia. Probabilmente non ha mai visitato una prigione. È un uomo legato a Fratelli d’Italia, cioè, diciamo così, a un partito che non è mai stato molto vicino ai prigionieri.
Giustizia - di Redazione Web
Il governo ha nominato la terna che comporrà il garante dei detenuti e delle persone private della Libertà. Si chiama così questo organismo, e ha una importanza particolare proprio in questa fase della politica italiana, mentre piovono leggi che istituiscono nuovi reati e aumentano le pene, si moltiplicano i Cpr e viene autorizzata la detenzione arbitraria dei migranti fino a 18 mesi, senza accuse e senza reato. Persino quella dei ragazzi di 16 anni.
Il governo ha deciso che la cosa migliore sia nominare persone, sicuramente molto autorevoli, ma che non si sono mai occupate di carcere. Presidente dell’organismo sarà il professor Felice Maurizio D’Ettore, esperto in diritto privato, che ha sempre lavorato a cavallo tra giurisprudenza ed economia. Probabilmente non ha mai visitato una prigione. È un uomo legato a Fratelli d’Italia, cioè, diciamo così, a un partito che non è mai stato molto vicino ai prigionieri. Recentemente due suoi esponenti armarono una gran gazzarra, in Parlamento, perché alcuni deputati del Pd erano stati a trovare in carcere alcuni detenuti.
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Gli altri due componenti dell’organismo sono l’avvocata Irma Conti, indicata dalla Lega (lo slogan più amato da Salvini è: “buttate la chiave…”), e infine Mario Serio, indicato dall’opposizione, anche lui professore di diritto privato. Fino all’ultimo, la candidata più autorevole era stata Rita Bernardini, radicale, che ha passato la metà della sua vita a occuparsi di carcerati e a visitare le celle. La sua candidatura, dicono le voci che finora nessuno ha smentito, è stata osteggiata dal Quirinale. Sembra che Giorgia Meloni, in un empito di liberalità, fosse favorevole alla nomina di Rita Bernardini, ma l’opposizione in “alto loco” l’ha fermata.
Il Pd, che avrebbe potuto invece insistere sulla Bernardini – che è l’erede naturale di Pannella – ha preferito trattare coi 5 Stelle, cioè col partito del carcere. Non è un buon segno. Del resto… Del resto i detenuti in Italia sono 60 mila. Un terzo abbondante sono stranieri. Gli italiani sono meno di 40 mila. Almeno la metà non gode di diritti civili. Si tratta di una categoria che esprime al massimo 10 o 15 mila voti. Probabilmente la metà si astiene e scendiamo a 5 o 6 mila. Bazzecole. Certo non sono voti che cambiano gli equilibri. Inutile dar loro retta.
È un giorno buio per le prigioni italiane. E soprattutto per i prigionieri. E per chiunque crede che la civiltà sia qualcosa da difendere. Cioè una piccola, piccola, sparuta minoranza dell’opinione pubblica.