Il caso Cossu-Tombolini
Il razzismo è indifendibile, un avvocato del Pd non può difendere un post-fascista
La querela verte su una insofferenza del sindaco Cossu verso chi lo critica e gli ricorda la paternità delle sue idee razziste sulla sostituzione etnica.
Editoriali - di Paolo Persichetti
Le prossimità ambientali indicate nell’articolo sono riferite alle élite politiche, mai si cita un qualunque ruolo diretto dell’avvocato Colli. La lamentela è dunque infondata. Il richiamo al consociativismo è incontestabile poiché protagonisti della vicenda sono due amministratori locali schierati uno con la maggioranza di governo, l’altro con l’opposizione: Marco Cossu, sindaco del comune di Casperia, membro di fratelli d’Italia, e Andrea Colli, assessore al bilancio di Poggio Mirteto, appartenente al Pd, avvocato del primo.
Quanto al tema della «continenza», le dichiarazioni del querelato, Mattia Tombolini, sono state espresse sotto un post di Fb insieme a decine di altri commenti irriverenti. Il fatto che siano state trascelte solo le sue parole e non le altre dimostra che il problema non era la continenza delle espressioni ma la qualifica di «fascista e razzista» che solo Tombolini aveva impiegato. La querela quindi verte su una insofferenza del sindaco Cossu verso chi lo critica e gli ricorda la paternità delle sue idee razziste sulla sostituzione etnica.
Nel mondo arrovesciato dell’avvocato Colli l’esercizio della parola critica dal basso sarebbe emblema di autoritarismo mentre la condotta repressiva di un sindaco che trascina in tribunale un cittadino che lo critica una dimostrazione di libertà. La libertà del più forte evidentemente, la libertà di un amministratore che non sopporta limiti e critiche. Ho segnalato infine un problema di opportunità: si può esercitare il ruolo di pubblico amministratore di una forza politica che si dice fedele all’articolo 3 della Costituzione, nella fattispecie il Pd, e contemporaneamente tutelare in tribunale un propagatore di teorie sulla sostituzione etnica? Mi par di capire che molti abbiano contestato questa sovrapposizione di ruoli. Invece di lamentarsi con l’Unità l’avvocato Colli avrebbe fatto meglio a chiarirsi con gli elettori e i cittadini del suo comune o semplicemente dimettersi e rappresentare in tribunale chi vuole.