Ma con condizioni..
Panzeri torna libero, scarcerato dai domiciliari l’ex eurodeputato presunta “mente” del Qatargate
News - di Carmine Di Niro
Pier Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato italiano del gruppo Socialista, “gola profonda” e “mente” del presunto scandalo Qatargate, è stato rilasciato “sotto condizioni”.
È questa la decisione presa dalla Procura federale belga. Panzeri, arrestato il 9 dicembre dello scorso anno, si trovava agli arresti domiciliari dal 6 aprile. Il 17 gennaio aveva patteggiato una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue “confessioni” sul caso dei presunti finanziamenti illeciti di Qatar e Marocco nei confronti di alcuni eurodeputati.
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La sua scarcerazione arriva pertanto in anticipo, avrebbe dovuto scontare la pena fino al 9 dicembre prossimo ma appunto con condizioni: non può lasciare il Belgio né avere rapporti con gli altri indagati dell’inchiesta Qatargate.
Nei giorni scorsi gli avvocati di Panzeri avevano denunciato che sul loro assistito era stata “fatta pressione” quando era “vulnerabile” per spingerlo a fare ammissioni e rafforzare le accuse degli inquirenti del Belgio, accusandoli di “slealtà”.
Il documento scritto da Laurent Kennes e Marc Uyttendaele, depositato agli atti e pubblicato dal Corriere della Sera, sottolineava che “con il peso sulla coscienza di figlia e moglie in galera, Antonio Panzeri, interrogato senza avvocato – riporta il Corriere – , cede alla promessa di una pena mite e della liberazione delle donne, si pente e fa ammissioni che sembrano rafforzare le accuse degli investigatori enfatizzando il ruolo di alcuni protagonisti del Qatargate, ma minimizzando all’estremo la figura di colei che molti mesi dopo costringerà il celebrato giudice Claise ad abbandonare l’inchiesta”.
Secondo i legali si sarebbe auto-incriminato di corruzione dopo gli arresti della moglie e della figlia in Italia. E avrebbe citato due europarlamentari italobelgi davanti agli inquirenti che gli prospettavano quindici anni di carcere. Panzeri avrebbe però ridimensionato la figura di Maria Arena. A casa del figlio, otto mesi dopo, però erano stati trovati 280 mila euro. A questo punto il giudice Michel Claise era già fuori dall’inchiesta perché era emerso che il figlio era socio della donna.
Il 17 gennaio l’ex europarlamentare ha firmato il pentimento, un anno di reclusione agli arresti domiciliari e la confisca di un milione di euro. I pm a quel punto hanno rinunciato alla consegna dall’Italia di moglie e figlia che vengono liberate.
Contro Panzeri giovedì erano arrivate le parole durissime di Andrea Cozzolino, eurodeputato sospeso dal Pd proprio per il suo coinvolgimento nell’indagine.
Cozzolino era stato raggiunto lo scorso 10 febbraio, mentre si trovava a Napoli, da un mandato d’arresto europeo spiccato dal giudice istruttore Michel Claise. Da quel momento l’eurodeputato, sospeso dal Pd, ha trascorso oltre quattro mesi in detenzione preventiva nella sua abitazione campana. Il 21 giugno scorso, dopo la revoca dei domiciliari, si era recato a Bruxelles per essere ascoltato dagli inquirenti, che lo avevano posto in stato di fermo. Al termine dell’ultimo interrogatorio, il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe ne ha disposto il rilascio.
Secondo Cozzolino Panzeri, che nel gennaio scorso si è dichiarato colpevole in seguito a un patteggiamento con le autorità belghe, si è accordato con la procura di Bruxelles “in una situazione per lui drammatica, con i soldi in casa e moglie e figlia in arresto come lui. La convenienza è evidente”.
L’europarlamentare aveva quindi negato la circostanza di aver preso dei soldi da Panzeri: “Se fosse vero, dovrebbe saper dire anche dove, come, quando e perché. È una volgare falsità per rendere credibile il suo racconto. La mia storia finanziaria è trasparente, ho sempre condotto una vita molto sobria”. Panzeri, aggiungeva Cozzolino nell’intervista concessa al Corriere della Sera, mente “per salvare il salvabile. Le pare poco? Penso che la pressione del carcere abbia rotto in lui l’equilibrio tra verità e finzione”.
(in aggiornamento)