L'incontro epocale
“Tyson Fury-Usyk si farà, contratto firmato”: l’annuncio sul match più atteso dal mondo della boxe
Gli annunci sui social, le fonti a ESPN. Il contratto sarebbe stato firmato: Arabia Saudita, a dicembre o a gennaio. La riunificazione nei massimi manca dai primi duemila, sarebbe la prima con le quattro sigle principali
News - di Antonio Lamorte
Ci siamo: dopo mesi di tira e molla, accuse, insulti, sembra arrivato il momento. Pare davvero che Tyson Fury e Oleksandr Usyk si sfideranno per definire il re assoluto della categoria dei pesi massimi del pugilato. Prima gli annunci via social, sui canali di Fury e del promoter Frank Warren, quindi la conferma da diverse fonti a ESPN. Il contratto sarebbe stato firmato. 23 dicembre o a gennaio, in Arabia Saudita: e dove sennò? Chi può mettere in piedi un incontro di questo livello e dai costi che si presumono esorbitanti? Un evento assoluto, il match per il campione “undisputed”. L’unificazione manca dal 2002, erano i tempi di Lennox Lewis, le sigle però erano tre. Fury-Usyk incoronerebbe il primo campione indiscusso dei pesi massimi della boxe nell’era delle quattro cinture – usiamo il condizionale perché l’incontro era stato dato per fatto o quasi prima di saltare, ma questa volta sembra diversa.
L’ucraino Usyk detiene le cinture WBA, WBO, IBO e IBF. Ha difeso da poco il titolo contro l’inglese Daniel “Dynamite” Dubois – un match controverso: Usyk era andato a tappeto per quello che era stato definito dall’arbitro un colpo basso, poi aveva chiuso con netta superiorità. “Lo affronterei anche domani”, aveva detto alla fine dell’incontro chiuso dopo nove round a proposito della riunificazione. “Ma non sono sicuro che la stessa cosa valga per lui. Mi sembra stia accuratamente evitando di incontrarmi”. Fury invece salirà sul ring il prossimo 28 ottobre, a Riad, per un match di esibizione, quindi non valido per il titolo, contro il campione di MMA Francis Ngannou. Altri 50 milioni di dollari nel suo conto in banca.
E giù critiche, accuse: il “Gipsy King” accusato di sequestrare la cintura più importante della categoria più mediatica della Noble Art. Non è mai riuscito a conquistare buona parte del pubblico della boxe mondiale. Per via del suo trash talking, del suo fisico per niente perfetto. Non gli è bastato neanche risorgere, almeno due volte. La prima, dopo la depressione, gli anni di abusi tra cocaina e alcol, dopo che era diventato per la prima volta campione del mondo battendo nientedimeno che Vladimir Klitschko. E la seconda, questa volta sul ring, nel primo incontro della trilogia contro Deontay Wilder, dopo un diretto destro che lo aveva messo al tappeto. Si era alzato e aveva ripreso il match fin quasi a vincerlo. Era finito in pareggio.
Gli altri due match contro il “Bronze Bomber” statunitense lo avevano incoronato campione del mondo, senza lasciare più alcuna ombra di dubbio su chi fosse il più forte tra i due. La trilogia più bella e brutale degli ultimi anni. Poi: due match, a Londra, telefonati certo, contro i già battuti Dillian Whyte e Derek Chisora, e un serie a tratti grottesca in stile The Kardashians sulla sua famiglia su Netflix. E quindi la valanga di critiche e di accuse a Tyson Fury, quasi sempre solo a lui, per boicottare la riunificazione. Due pugili fortissimi, tra i “pound for pound” più forti al mondo. Entrambi imbattuti. Sul record di Fury soltanto un pareggio, oltre alle vittorie, quello con Wilder, quello del match della resurrezione.
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Due atleti dominatori della tecnica. Fury, detentore della sigla più prestigiosa al mondo, quella della WBC, figlio di una famiglia di gitani di origini irlandesi, di combattenti di boxe a mani nude, alto più di due metri, si muove veloce quasi come un peso medio a dispetto del fisico per niente scultoreo. È un agonista del trash talking, chiama Usyk peso medio. Perché l’ucraino è più basso di più di dieci centimetri, protagonista di una carriera favolosa e impeccabile nei mediomassimi, categoria in cui ha riunito le cinture. È passato ai massimi – un salto di categoria coraggiosissimo e difficilissimo – e si è preso tutto nelle imprese contro il golden boy della boxe inglese e mondiale, Anthony Joshua, battuto due volte. Due talenti, due fenomeni. Un incontro epocale. Tutto tace però sui canali social di Usyk: il logo della Usyk Promotion però compare sul manifesto promozionale fatto circolare, insieme con quello della Top Rank.