Alta tensione anche oltre l’Ucraina. La Romania ha reso noto che durante gli attacchi notturni sferrati dalla Russia contro le infrastrutture ucraine i droni di Mosca avrebbero hanno probabilmente violato i suoi cieli. “In seguito al rilevamento di gruppi di droni diretti verso il territorio ucraino a ridosso del confine rumeno”, i residenti delle municipalità di Tulcea e Galati sono stati allertati, ha dichiarato il ministero della Difesa di Bucarest in un comunicato. La notizia mentre la controffensiva dell’Ucraina non sfonda e nel giorno in cui Mosca celebra i referendum sull’annessione di quattro regioni ucraine di un anno fa.
“Il sistema di sorveglianza radar (…) – ha aggiunto ancora il ministero – ha rilevato un possibile ingresso non autorizzato nello spazio aereo nazionale, con un segnale rilevato su una rotta verso il comune di Galati“. Il ministero della Difesa ha infine dichiarato che finora nessun oggetto sembra essere caduto in territorio rumeno, ma le ricerche continueranno oggi. La Romania fa parte della NATO, è entrata nell’Alleanza Atlantica nel quinto allargamento del 2004.
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La Russia intanto festeggia il Giorno della “riunificazione” a un anno dai referendum che avevano proclamato l’annessione delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Zaporozhizhia e Kherson. Le consultazioni non erano state riconosciute dalla comunità internazionale. Putin ha parlato come di un evento “storico e fatidico”, con le quattro regioni che “hanno fatto la loro scelta: stare con la patria”.
Il Presidente russo ha ribadito nella sua consueta propaganda in un videomessaggio: “Le persone hanno preso insieme questa decisione consapevole, tanto attesa, combattuta e veramente popolare, durante i referendum, nel pieno rispetto degli standard internazionali. Hanno mostrato coraggio e carattere inflessibile”. Per Putin si stava cercando di intimidire gli abitanti del Donbass, di portargli via “ciò che è caro a ogni persona: cultura, tradizioni, lingua madre”. Il presidente russo è poi tornato ad attaccare “i nazionalisti ed i loro protettori occidentali” che, ha spiegato, hanno organizzato un colpo di stato a Kiev nel 2014 e poi hanno scatenato una guerra civile su vasta scala. Ha definito questi eventi forme di terrore contro i dissidenti durante le quali hanno avuto luogo regolari bombardamenti e “azioni punitive nel Donbass”.
Putin ha nominato ieri il colonnello in pensione Andrei Troshev nuovo comandante delle truppe volontarie che stanno combattendo in Ucraina. Si tratta di un veterano che ha preso parte a numerosi conflitti sia con l’esercito sovietico che con quello della Federazione russa. È noto con il nome di battaglia “Sedoi”, che vuol dire “capelli grigi”. Era stato anche tra i comandanti del gruppo di mercenari Wagner durante l’intervento russo in Siria nel 2015, al fianco delle forze del presidente siriano Bashar al Assad. La nomina pone di fatto sotto il suo comando anche tutti i mercenari del gruppo Wagner che hanno deciso di continuare nelle fila dell’esercito russo anche dopo la morte del leader Yevgeny Prigozhin.