Il decreto illegittimo
Una giudice applica la legge, la Meloni resta basita: “Così si ostacola il governo!”
Naturalmente questa azione repressiva è proibita dalla legge. E un governo che promuova provvedimenti di questo genere è fuori dalla legge. È illegale.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Giorgia è basita. È notizia di ieri mattina. “Basito” nella lingua italiana è un aggettivo che significa attonito, impietrito. Il participio passato del verbo basire: svenire. Giorgia è impietrita – o forse svenuta – perché una giudice che si è trovata a decidere se convalidare o no un fermo di polizia emesso ai danni di un naufrago ha deciso di non convalidarlo.
Non lo ha convalidato perché ha ritenuto che la richiesta non fosse adeguatamente motivata, e ha ritenuto che fosse in conflitto con la Costituzione e con le norme europee, e ha ritenuto che anche il recente decreto “spazza naufragi” (Il nono in un anno varato dal governo), confligga con le norme europee e con la Costituzione della Repubblica. ha citato leggi, risoluzioni sentenze. La sua decisione sembra inoppugnabile. E nessuno, infatti, ha neppure osato contestarla nel merito, o contestare leggi risoluzioni norme e sentenze.
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Giorgia Meloni è basita perché sostiene che se un decreto è varato dal governo, il quale governo ha la legittimità conferitagli dal voto popolare, un magistrato debba obbedire e non possa giudicare, caso per caso, valutando il complesso della legislazione italiana ed europea. Un decreto è un decreta, come le grida di Manzoni. Stop. Giorgia è basita perché crede che un magistrato debba obbedire, e crede che se il governo ordina degli arresti di massa non c’è Costituzione che tenga, né normativa europea: gli arresti di massa lo fa perché è nei suoi poteri: devono essere eseguiti. Altrimenti, ha detto Meloni, si diventa un ostacolo alla politica del governo volta a contenere la clandestinità.
Giorgia Meloni ritiene che un buon magistrato deve assecondare la politica del governo, non deve subordinarla all’ordinamento e alle regole. E poi, alla fine, a guardare bene come stanno le cose, Giorgia Meloni – e non è sola – pensa che un buon magistrato è quello che arresta e condanna e un cattivo magistrato è quello che scarcera e assolve. Perché la buona giustizia è quella che punisce. E certo non è un modo intelligente di punire quello di scarcerare la gente solo per il fatto che non ha commesso reato. La prova del reato commesso è una aggravante, certo: ma non è indispensabile per l’arresto.
L’idea della giustizia di Giorgia Meloni (per carità di patria non cito Salvini) è in realtà un sottoprodotto dell’idea giustizialista dei 5 Stelle. Anni di dominio dei 5 Stelle – sia sul piano del senso comune sia sul piano della definizione del diritto – hanno spalancato le porte al giustizialismo di destra. Che è molto simile ma più vasto del giustizialismo a 5 Stelle. I 5 Stelle concepiscono il giustizialismo essenzialmente per colpire l’establishment. E per sostituirlo. Il giustizialismo di destra ritiene che colpire l’establishment al massimo possa essere un effetto collaterale. L’obiettivo è colpire i più poveri. Perché l’eventuale illegalità dell’establishment è sempre dentro il gioco dei poteri costituiti, riassetta il potere ma non destabilizza.
L’illegalità dei poveri mette a rischio la sicurezza, perciò va stroncato con un ampia azione che “diserbi” tutto il terreno che sta intorno a chi forse ha commesso l’illegalità. I decreti recenti sono un esempio lampante di questa filosofia: chiudere in prigione (chiamata Cpr) decine di migliaia di persone. Naturalmente questa azione repressiva è proibita dalla legge. E un governo che promuova provvedimenti di questo genere è fuori dalla legge. È illegale. Proprio così: illegale.
P.S.1 Meloni nel suo messaggio di protesta contro la giudice Apostolico se l’è presa anche coi partiti di sinistra e il Vaticano che vorrebbe continuare con la sua dissennata politica dei salvataggi.
P S.2. La giudice Apostolico ha operato in base alla Costituzione. Che il governo invece vorrebbe violare, vista l’emergenza. Ma quel libro sul quale hanno giurato, al momento dell’insediamento, non era una raccolta di Tex Willer: era la Costituzione.