Re Felipe VI di Spagna ieri ha incaricato il leader socialista e premier uscente Pedro Sanchez di formare il nuovo governo, dopo che la settimana scorsa il leader popolare Alberto Nunez Fejioo non aveva ottenuto i voti sufficienti dal Parlamento. Sanchez, che ha tempo fino al 27 novembre per formare una coalizione di governo e avere la fiducia, ha bisogno di 176 voti.
Per ottenerli deve assicurarsi il sostegno dei due partiti catalani, l’Erc del Presidente della Generalitat Pere Aragones, e di Junts, del leader separatista in auto esilio Carles Puigdemont. In caso contrario, il 14 gennaio dovranno essere convocate elezioni. Feijoo nelle due votazioni della settimana scorsa aveva ottenuto 172 e 173 voti.
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Dopo aver ricevuto l’incarico, Sanchez ha dichiarato di voler lavorare “per formare al più presto un governo di coalizione progressista, con i socialisti e Sumar, con abbastanza sostegno parlamentare per dare stabilità al Paese”, ha detto che “si riunirà con tutti i partiti tranne con Vox” e ha fatto appello alla “generosità” lasciando supporre che intenda contrattare una forma di “amnistia” per gli indipendentisti accusati per la autoproclamazione della Catalogna indipendente. I voti di Puigdemont, in particolare, sono necessari ai socialisti.