Jorge Mario Bergoglio aveva più volte fatto sentire la sua voce a favore dei temi dell’ambientalismo, della difesa del pianeta, basti pensare alla sua seconda enciclica “Laudato sì” sull’interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità, ossia l’ecologia integrale.
Ma Papa Francesco oggi rincara la dose e in occasione dell’apertura dell’assemblea sinodale, che terminerà il prossimo 29 ottobre, il Pontefice si scaglia contro chi anche all’interno della Chiesa cattolica nega, nasconde o minimizza i segni del cambiamento climatico in corso.
Francesco lo fa nell’esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata oggi in occasione della festa di San Francesco d’Assisi e per l’appunto con l’apertura del sinodo. Esortazione che di fatto va ad integrare e completare a otto anni di distanza proprio l’enciclica “Laudato sì” sulla cura della casa comune e sull’ecologia integrale.
Il messaggio del Pontefice argentino è rivolto non solo ai cattolici ma a “tutte le persone di buona volontà” perché, e in questo il Papa è lapidario, “siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici” all’ambiente.
Nel testo, sei capitoli per 73 paragrafi, spiega senza mezzi termini che “per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti”. L’invito dunque, a poche settimane dalla Cop28 di Dubai (30 novembre-12 dicembre), è ad agire come una comunità: “nessuno si salva da solo”, scrive Bergoglio, e “le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale”.
Lo sguardo del Pontefice è già indirizzato proprio alla Cop28 di Dubai, con la speranza e l’obiettivo che la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici “porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente“. Questa Conferenza “può essere un punto di svolta, comprovando che tutto quanto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere“. Finora, “nonostante i numerosi negoziati e accordi, le emissioni globali hanno continuato a crescere“, ma è solo invertendo questo processo che “si potrebbe ripristinare la credibilità della politica internazionale“, scrive Bergoglio.
Il Papa si rivolge poi ai negazionisti del clima, da una parte mettendo in allerta sul “mondo che ci accoglie” che “si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”, dall’altra evidenziano come “l’origine umana – ‘antropica’ – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio“. Da qui il ‘rimbrotto’ ai Paesi leader globali poiché “la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili“.
“‘Lodate Dio’ è il nome di questa lettera – conclude il documento papale -. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso“.