Ci sono volute oltre 48 ore di polemiche e attacchi incrociati ma alla fine il presunto autore del video che riprende durante le proteste del 25 agosto 2018 nel porto di Catania il giudice Iolanda Apostolico, il magistrato catanese che firmato nei giorni scorsi un’ordinanza con la quale ha giudicato illegittimo il decreto Cutro sull’immigrazione perché incompatibile con le norme dell’Unione Europea, non convalidando il trattenimento nel Cpr di Pozzallo di quattro richiedenti asilo tunisini, è uscito fuori.
Si tratta di un carabiniere che quella sera era presente al porto di Catania per riprendere le fasi della manifestazione pro migranti, bloccati sulla nave Diciotti della Guardia costiera e a cui era stato impedito di sbarcare sulla terraferma.
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Il militare si sarebbe presentato ai suoi superiori per rivelare di essere l’autore del filmato che ha spinto la destra, in particola la Lega di Matteo Salvini, che ha diffuso sui suoi social il video, a chiedere la radiazione o le dimissioni della Apostolico dalla magistratura perché “non imparziale”.
Video del carabiniere che non sarebbe mai stato allegato ad atti interni, come reso noto venerdì sera in una nota ufficiale della Questura etnea, o a informative all’autorità giudiziaria e che, solo alcuni giorni fa, sarebbe stato condiviso con una ristretta cerchia di persone. I superiori del militare hanno già informato l’autorità giudiziaria di Catania.
Video che, come rivela Repubblica, il carabiniere ha riferito di aver girato “col mio telefono” e non con una telecamera di servizio. Di misteri ne restano altri: perché mai il militare ha conservato quel filmato per ben cinque anni, salvo poi farlo spuntare in questa “chat” nel momento delle polemiche sul magistrato etneo che aveva bocciato il decreto Cutro?
“Mi ricordavo di quella giudice e quando ho letto il suo nome sono andato a cercarlo”, avrebbe riferito il carabiniere, secondo Repubblica. Anche qui, non mancano i dubbi: il militare non è del posto e la Apostolico non era assolutamente una persona conosciuta, né oggi né tantomeno all’epoca dei fatti.
Ma come è arrivato il video della Apostolico a Salvini, quale è stata la “catena”? Un possibile anello di congiunzione potrebbe essere Anastasio Carrà, parlamentare del Carroccio ma soprattutto ex carabiniere ed ex sindaco di Motta Sant’Anastasia, colui che avrebbe identificato la Apostolico aggirarsi tra i manifestanti pro migranti al porto.
Carrà d’altra parte continua a negare di aver fornito il filmato a Salvini: “Non avevo visto il video prima che Matteo Salvini lo pubblicasse sui social e non ne sono mai stato in possesso”. Il deputato leghista ha però sempre sostenuto di averlo visto solo poco prima di entrare in aula e di avere identificato la Apostolico che conosce perché abitano nello stesso quartiere.
In ogni caso toccherà alla magistratura capire se sono stati commessi reati: a Catania, dove la Procura ha già ricevuto notizia della “confessione” del carabinieri, o a Roma, dove i deputati di Alleanza Verdi-Sinistra Bonelli e Zaratti hanno presentato un esposto per verificare l’eventuale violazione dell’articolo 326 del codice penale, che persegue la diffusione di notizie che devono rimanere segrete da parte di un pubblico ufficiale.
Il secondo video di Apostolico
Sullo sfondo c’è poi la pubblicazione di un secondo video che riprendere il giudice Apostolico quella sera del 25 agosto 2018. Lo ha diffuso l’agenzia LaPresse ed era stato girato dal dal giornalista Stefano Bertolino, in cui si vede l’allora segretario di Rifondazione comunista, Pier Paolo Montalto, gridare contro i poliziotti accusandoli di aver manganellato una ragazzina,
Accanto a lui il giudice Apostolico alza il braccio e dice qualcosa, che però non si sente nella registrazione video. Quanto basta alla Lega per chiedere ribadire la richiesta di “dimissioni immediate” della Apostolico.