Le scosse
Ecatombe Afghanistan, migliaia di morti e feriti per il terremoto: si scava tra le macerie
Bilancio catastrofico, villaggi rasi al suolo. "Il numero dei morti aumenta ogni ora". La maggior parte delle case rurali costruite in mattoni di fango essiccati al sole e legno. Le aree colpite difficili da raggiungere
Esteri - di Redazione Web
Si continua a scavare, in Afghanistan, dove un terremoto di magnitudo 6.3 ha raso al suolo sabato scorso almeno tredici villaggi nel distretto di Zindah Jan nella provincia di Herat. Oltre duemila morti e 1.200 feriti secondo Kabul. Le Nazioni Unite parlano invece di 1.023 vittime e 1.663 feriti, oltre 11mila persone colpite dalla catastrofe. E i soccorritori che continuano a cercare corpi tra le macerie. Il bilancio è quindi considerato parziale e oggi la terra è tornata a tremare.
Una scossa di magnitudo 4.9 è stata registrata nell’ovest del Paese. Finora almeno otto le scosse seguite a quella di sabato. “È stato abbastanza forte – ha dichiarato all’agenzia Dopa un medico nell’area dell’agenzia – Le persone si sono rifugiate nei parchi, negli spazi aperti, nei giardini”. D’altronde avevano già dormito all’aperto le scorse notti. Il direttore per l’Afghanistan dell’ong International Rescue Committee ha dichiarato che “non ci sono molte risorse per la gestione dei danni. Il numero di morti aumenta ogni ora”.
L’epicentro della scossa di sabato scorso ha colpito la provincia di Herat. Le operazioni di soccorso stanno procedendo con lentezza a causa delle zone colpite, rurali, difficili da raggiungere. Alcune strade sono bloccate, le comunicazioni rallentate. Oltre 1.400 persone intanto sono state evacuate dalle loro abitazioni verso altre zone del Paese. In tantissimi hanno dormito all’aperto nelle notti dopo la scossa. “Non abbiamo strumenti avanzati e neanche personale in grado di affrontare l’emergenza”, ha dichiarato ad Al Jazeera un operatore al lavoro a Herat.
Si scava con picconi e pale, volontari e residenti al lavoro. La maggior parte delle case rurali sono costruite in mattoni di fango essiccati al sole e pali di sostegno in legno. Il villaggio di Kashkak è stato praticamente distrutto, cancellato quello di Sarboland, nei pressi dell’epicentro. A Herat l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inviato materiale medico, a circa 700 famiglie è stato offerto un riparto di emergenza. Spediti cibo, coperte e tende. Procede la raccolta di donazioni in molte province mentre Turchia, Iran e Pakistan hanno promesso di fornire aiuti umanitari urgenti. L’Afghanistan è spesso interessato da terremoti, come quello del giugno 2022, di magnitudo 5.9, che aveva colpito la provincia orientale di Paktika. Allora le vittime furono oltre mille, circa 1.500 i feriti.
A Kabul dall’agosto 2021 sono tornati al potere i talebani. Gli estremisti islamici hanno insediato di nuovo il loro regime oscurantista. Hanno vietato alle donne – tra le altre cose – di lavorare per le Nazioni Unite e le Ong. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), il 97% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Su 42 milioni di abitanti il 70% della popolazione necessità di assistenza umanitaria e di questi 15,8 milioni di persone sono minorenni.