L'anniversario

L’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982, dopo 41 anni il terrorismo antisemita non è ancora sconfitto

Era il 9 ottobre di 41 anni fa. Il terrorismo palestinese colpì nel cuore della capitale. Era un sabato, giorno dello shabbat e anche la Sheminì Atzeret che chiude la festa di Sukkot (festa delle capanne). Erano le 11.55 quando il commando fece esplodere delle granate e aprì il fuoco contro i civili in fuga: il bilancio, 37 feriti e la morte del piccolo Stefano Gaj Taché, di soli due anni

Politica - di Redazione Web - 9 Ottobre 2023

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L’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982

L’Italia ebraica ricorda il feroce attentato di matrice palestinese portato contro il Tempio Maggiore di Rome il 9 ottobre del 1982 e si stringe nell’abbraccio in memoria di Stefano Gaj Tachè, il bambino che pagò con la propria vita, e di tutti i feriti“. Così L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “La legittimazione di 41 anni fa ad agire e a proteggere da ogni riparazione giudiziaria i responsabili è la fonte del fiume di radicalizzazione che viviamo oggi come anche della legittimazione delle organizzazioni terroristiche – prosegue l’Ucei -. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si appella a tutta la società italiana affinché riconosca, condanni e sradichi oggi e sempre ogni atto di odio, affinché garantisca protezione alle Comunità ebraiche e sostenga Israele nella guerra contro il terrorismo antisemita“.

L’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, assieme al presidente della Comunità ebraica Romana Victor Fadlun, al rabbino capo Riccardo Di Segni, alla presidente delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni, e all’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar, hanno deposto le corona di alloro a largo Stefano Gaj Taché nel quartiere ebraico della Capitale, nel giorno dell’anniversario dell’attentato terroristico palestinese del 9 ottobre 1982 alla sinagoga, in cui rimase ucciso Stefano Gaj Taché, di soli due anni, e dove rimasero ferite altre 37 persone.

La commemorazione

Alle 9.50 è stato il sindaco Roberto Gualtieri ad aver deposto con la Comunità, la corona del Comune di Roma. “Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai“. Lo scrive in una nota il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel 41° anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma. Ha invece affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico.

Quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni. Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata. Nessuno ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità. Oggi rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale“.

I fatti

Era il 9 ottobre di 41 anni fa. Il terrorismo palestinese colpì nel cuore della capitale. Era un sabato, giorno dello shabbat e anche la Sheminì Atzeret che chiude la celebrazione di Sukkot (festa delle capanne). Erano le 11.55 quando il commando fece esplodere delle granate e aprì il fuoco contro i civili in fuga: il bilancio, 37 feriti e la morte del piccolo Stefano Gaj Taché, di soli due anni. Della squadra di morte araba facevano parte cinque uomini membri del Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah di Abu Nida. L’unico terrorista riconosciuto colpevole dalla giustizia italiana è stato Osama Abdel Al Zomar, arrestato il 20 novembre 1982 mentre cercava di passare il confine fra Grecia e Turchia portando con sé un carico di esplosivo. Sulla vicenda vi sono molti punti oscuri e presunte responsabilità del governo italiano di allora per non aver garantito le necessarie misure di sicurezza.

9 Ottobre 2023

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