La vicenda
Caso Apostolico, il giudice non convalida altri 4 fermi di migranti nel Cpr: il carabiniere del video nega di essere l’autore
Chi ha filmato il giudice Iolanda Apostolico il 25 settembre di cinque anni fa a Catania, mentre era presente ad una manifestazione pro-migranti nel porto della città etnea? La vicenda del filmato del magistrato, diffuso su X (l’ex Twitter) dal ministro e vicepremier Matteo Salvini per accusare di “parzialità” il giudice che ha firmato l’ordinanza che ha definito “illegittimo” il decreto Cutro non convalidando il trattenimento di 4 migranti nel Cpr di Pozzallo, si fa ogni giorno più complicata.
La presunta “confessione” da parte di un carabiniere di essere l’autore del filmato, poi finito in maniera ancora non chiara in mano a Salvini, è stata smentita dallo stesso militare. Lo fa sapere oggi Il Fatto Quotidiano. “Non sono l’autore del video di Salvini”, è la dichiarazione consegnata al sindacato dei carabinieri Sim. Antonio Serpi, segretario generale dell’associazione dice che il luogotenente è stato indicato come colui che si sarebbe presentato dai superiori per spiegare di aver girato video col telefonino. “In realtà non è così. Il luogotenente non ha mai detto di essere coinvolto o ammesso di essere l’autore del video di Salvini. Dirò di più: il militare non ha mai consegnato la versione dei fatti riportata dalla stampa in questi giorni. Per questo gli staremo vicino e faremo le giuste attività per capire che tipo di relazione abbia con i fatti in questione”, dice Serpi al quotidiano diretto da Marco Travaglio.
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Al momento l’unica certezza sulla vicenda è che il filmato utilizzato da Salvini per colpire il giudice Apostolico non era agli atti d’ufficio relativi alla manifestazione in questione, come fatto sapere dalla Questura di Catania.
25 agosto 2018, Catania, io ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla “assassini” e “animali” in faccia alla Polizia.
Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…. pic.twitter.com/Khfy8mtV5o— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 5, 2023
Altro punto da cui partire per identificare l’autore del video è la sua posizione: non poteva essere un giornalista, visto che quel giorno erano stati tutti tenuti a debita distanza di sicurezza e il video è invece ripreso da una persona a stretto col cordone di polizia che conteneva i manifestanti sulla banchina del porto di Catania.
Apostolico non convalida altri 4 trattenimenti
Intanto Iolanda Apostolico è tornata a bocciare l’operato del governo sui migranti. Il giudice del tribunale di Catania ha infatti deciso per la seconda volta di non convalidare i trattenimenti nel Cpr di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini, seguendo la sua prima decisione nei giorni scorsi e quello del collega Rosario Cupri, che soli due giorni ha annullato il trattenimento di altri sei migranti.
“Il richiedente – scrive Apostolico in uno dei 4 provvedimenti in cui nega la convalida del trattenimento, citati dall’Ansa – non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e, come già affermato da precedenti decisioni di questo tribunale, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale per le direttive europee, costituendo una misura di privazione della libertà personale, è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge“.
Come scritto anche in altre ordinanze, Apostolico ribadisce che che lo status di richiedente asilo si assume con la manifestazione della volontà di invocare la protezione e nei 4 casi trattati tale volontà è stata espressa già a Lampedusa. A Pozzallo, infatti, i profughi tunisini si sono limitati a ribadire quanto chiesto sull’isola al loro arrivo: per cui per legge la cosiddetta procedura di frontiera non può essere loro applicata e quindi il trattenimento decade. Infine la giudice rileva che la norma del cosiddetto decreto Cutro che prevede il pagamento di una somma a garanzia come mezzo per evitare il trattenimento è “incompatibile con la direttiva Ue del 2013” come interpretata dalla giurisprudenza secondo cui “il trattenimento può avere luogo soltanto ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso, salvo che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive“.
Infine Apostolico cita una sentenza della Corte di Giustizia del 2020 secondo cui le norme Ue “devono essere interpretate nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità“.