Cronaca di guerra
Cosa sta succedendo in Israele: le atrocità sui bambini nei kibbutz, Onu e Ue “richiamano” Gerusalemme
Oltre 1000 morti in Israele, oltre 800 in Palestina. Onu e Ue a Israele: “No all’assedio, rispettate il diritto”
Editoriali - di Umberto De Giovannangeli
Diritto di difesa non legittima punizioni collettive
“Il diritto internazionale umanitario è chiaro: l’obbligo di prestare costante attenzione a risparmiare la popolazione civile e i beni civili rimane applicabile durante gli attacchi”. È quanto affermato in una nota da Volker Turk, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Secondo Turk la dignità e la vita delle persone devono essere rispettate, e ha invitato tutte le parti a disinnescare la “situazione esplosiva” attuale. Un assedio che rischia di aggravare la già difficile situazione umanitaria a Gaza, compresa “la capacità delle strutture mediche di operare, soprattutto alla luce del crescente numero di feriti”.
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“L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili, privandoli dei beni essenziali per la loro sopravvivenza, è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha affermato ancora Volker Turk, che ha voluto chiarire ulteriormente che “qualsiasi restrizione alla circolazione di persone e merci per attuare un assedio deve essere giustificata da necessità militari, o può altrimenti equivalere a una punizione collettiva”.
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L’Ue a Israele: “Rispettare le norme internazionali e proteggere i civili”
“Condanniamo qualsiasi attacco ai civili e richiamiamo il rispetto ai principi universali del diritto internazionale. Israele ha certamente il diritto di difendersi, ma ciò va fatto in linea con il diritto internazionale. Chiediamo il rilascio degli ostaggi e che ci sia accesso a cibo, acqua e medicine. Certamente condanneremo degli atti terroristici che hanno creato tanta sofferenza e non hanno aiutato i palestinesi”.
Lo ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell nel corso della conferenza stampa a Muscat al termine del vertice Ue-Paesi del Golfo. “La priorità è ora quella di fermare l’aggressione, cessare immediatamente la violenza e ridurre la tensione. È di estrema importanza garantire la protezione dei civili e il rilascio di tutti gli ostaggi” ha spiegato l’Alto Rappresentante. “L’unica soluzione è quella dei ‘due Stati’, noi non ne conosciamo un’altra”, ha spiegato Borrell.
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In kibbutz teste di bimbi e neonati mozzate da Hamas
Tra le vittime dell’attacco di Hamas a Israele, ci sono anche neonati e bambini piccoli; e alcuni sono stati decapitati. Tre giorni dopo l’attacco palestinese, per la prima volta l’esercito israeliano ha permesso ai media di visitare un kibbutz, quello di Kfar Aza, dove tra i morti sono stati trovati una quarantina tra neonati e bambini piccoli, alcuni con la testa tagliata. Lo riferisce i24News che parla di “orrore inimmaginabile”. Parlando ai giornalisti presenti, il general maggiore dell’esercito, Itai Veruv, ha descritto la scena di violenza, dove intere famiglie sono state massacrate nelle loro case e nei loro letti, nel kibbutz situato a poche centinaia di metri dal confine con Gaza.
“Non è una guerra, non è un campo di battaglia: vedi i bambini, la madre, il padre, nelle loro camere da letto, e come i terroristi li hanno uccisi”. “È un massacro, un atto di terrorismo, qualcosa che non ho mai visto nella mia vita, che hanno visto i nostri nonni nei ‘pogrom’ ma non nella storia attuale”. I soldati raccontano ai giornalisti quello che hanno visto: tra i corpi recuperati, ci sarebbero anche 40 neonati e bambini piccoli, alcuni dei quali decapitati. “Alcuni di loro non hanno più la testa. Fatta saltare da colpi d’arma da fuoco esplosi da vicini. O mozzata”, riferisce Nicole Zedek, di i24News. Molte vittime hanno le mani legate, sono stati uccisi in una esecuzione. Altre famiglie sono state ritrovate nelle loro abitazioni, massacrate nei loro letti.
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L’Unicef: rilasciare subito i bambini ostaggi a Gaza
L’Unicef condanna incondizionatamente l’uccisione, il mutilamento o il rapimento di bambini. Chiede ai gruppi armati, o a tutti i responsabili, “un rilascio immediato e in sicurezza di tutti i bambini in ostaggio a Gaza per poterli riunire alle proprie famiglie o a chi se ne prende cura”. E “a tutte le parti di proteggere i bambini dai pericoli, in accordo con il diritto internazionale umanitario”. “Meno di 72 ore dopo lo scoppio delle terribili violenze in Israele, le notizie indicano che dilagano gravi violazioni dei diritti dei bambini. Molti bambini sono stati uccisi o feriti, mentre innumerevoli altri sono stati esposti alle violenze” dichiara Catherine Russell, Direttore generale dell’Unicef, che si dice inoltre “profondamente preoccupata per le misure del blocco dell’elettricità e di impedire l’ingresso di cibo, carburante e acqua a Gaza, perché possono mettere le vite dei bambini a rischio”.
“È fondamentale che tutte le parti si astengano da ulteriori attacchi e violenze sulle infrastrutture civili. Con la situazione umanitaria in rapido deterioramento, gli attori umanitari devono poter accedere in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie con servizi e aiuti salvavita – ovunque essi siano”, aggiunge Russell, ricordando “a tutte le parti che in questa guerra, come in tutte le guerre, a soffrire per primi e maggiormente sono i bambini.”
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Bilancio di sangue
Oltre i mille morti e 3.400 i feriti in Israele. 830 i morti e 4.250 i feriti nella Striscia di Gaza.
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Corridoio umanitario nella Striscia
L’Organizzazione mondiale della salute (Oms) chiede l’apertura di un corridoio umanitario dentro e fuori la Striscia di Gaza, posta sotto assedio totale da parte di Israele. “L’Oms chiede la fine della violenza. È necessario un corridoio umanitario per raggiungere le persone con forniture mediche essenziali”, ha detto il portavoce dell’Oms Tarik Jasarevic in una conferenza stampa a Ginevra. Sono oltre 180mila gli sfollati nella Striscia di Gaza. Secondo dati dell’Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari) diffusi dall’Unrwa, gli sfollati interni sono “oltre 187.518”. Tra gli sfollati interni circa 137.500 persone hanno trovato riparo in 83 scuole gestite dall’Unrwa nell’enclave palestinese. A Gaza circa tremila palestinesi sono ancora sfollati a causa di precedenti escalation.
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Il dramma degli ostaggi
Gli ostaggi sarebbero almeno 130: cento nella mani di Hamas, trenta tenuti prigionieri dalla jihad islamica, la loro vita appesa a un filo. Numeri divulgati dai miliziani, mentre dalle autorità ebraiche non sono state riportate cifre ufficiali. Tra i rapiti ci sarebbero anche due italo-israeliani, marito e moglie che si trovavano nel kibbutz di Beeri, dove ieri sono stati trovati 108 cadaveri. «Non rispondono alle chiamate della famiglia. Probabilmente sono stati presi in ostaggio, oppure risultano dispersi, non abbiamo ancora la certezza», ha detto in serata il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferendosi a Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, questi i nomi della coppia con doppio passaporto.
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Raffica di razzi su Ashkelon
Una raffica di razzi è stata lanciata contro la città meridionale di Ashkelon e le comunità al confine con Gaza. L’attacco arriva dopo l’avvertimento di Hamas ai residenti di lasciare la zona. Secondo Haaretz, un missile lanciato da Hamas ha colpito l’Hotel Regina sulla costa di Ashkelon nella parte meridionale di Israele. Inoltre, molti media locali sottolineano che l’attuale raffica di razzi hanno raggiunto anche zone non ancora colpite dall’inizio degli attacchi sabato, nelle aree a nord di Gaza: sirene di allarme sono state udite anche nel nord della Cisgiordania. Una salva di razzi è stata lanciata da Gaza verso il centro di Israele, compresa l’area della grande Tel Aviv. Lo riferiscono i servizi di segnalazione israeliani. In quell’aerea è compreso anche lo scalo aereo Ben Gurion.
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Chiamata alle armi
“Invitiamo i popoli arabi e musulmani e i palestinesi da ogni luogo, in particolare nei campi profughi all’estero, a marciare verso i confini della Palestina occupata in solidarietà con la Palestina, Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa”. Così Hamas lancia l’appello a partecipare al venerdì di mobilitazione e protesta dopo “i risultati storici ottenuti dalla resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana” con l’operazione ‘Diluvio di al-Aqsa’. L’obiettivo è “sostenere la resistenza”, “sventare i piani israeliani” e “difendere la moschera di al Aqsa”.
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Massiccio attacco su Gaza, colpito il “covo del terrore” .
L’esercito israeliano ha reso noto di aver lanciato un massiccio attacco aereo contro un quartiere di Gaza City, al-Furqan, colpendo oltre 100 siti: secondo i militari, il quartiere è un “covo del terrorismo” usato da Hamas per lanciare attacchi contro Israele.
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“L’Idf: “Ucciso ministro Economia di Hamas Jawad Abu Shamala”
Un portavoce delle Forze di difesa israeliena (Idf) ha annunciato che “stanotte (lunedì, ndr) , un aereo dell’Idf ha ucciso Jawad Abu Shamala, ministro dell’Economia dell’organizzazione terroristica Hamas”. “Nell’ambito del suo ruolo, gestiva le finanze dell’organizzazione e stanziava i fondi per finanziare e dirigere il terrorismo all’interno e all’esterno della Striscia di Gaza. In precedenza ha ricoperto incarichi di sicurezza nell’organizzazione terroristica e nell’ambito del suo ruolo ha condotto diverse operazioni il cui scopo è danneggiare i cittadini dello Stato di Israele”, hanno riferito i media locali.
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Razzi dal Libano. S’infiamma il fronte Nord
Sono stati 15 circa i razzi lanciati dal Libano verso il territorio israeliano. Lo ha detto il portavoce militare di Tel Aviv secondo cui 4 sono stati intercettati e gli altri caduti in aree aperte. I carri armati israeliani hanno colpito due postazioni di Hezbollah al confine con il Libano in risposta agli attacchi missilistici lanciati verso il nord di Israele. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliana (Idf) in una nota.
“L’Idf è preparato a tutti gli scenari e continuerà a proteggere i residenti dello Stato di Israele”, affermano i militari. Israele sta bombardando con colpi di artiglieria una zona contesa tra Siria, Libano e Israele nota come le Fattorie di Shebaa. Lo riferisce la tv al Manar degli Hezbollah libanesi filo-iraniani, secondo cui i colpi di artiglieria israeliani prendono di mira zone boschive non abitate. Le immagini mostrano incendi scoppiati nella vegetazione di Bastarra, località a ridosso della Linea Blu di demarcazione tra Libano e Israele. Secondo i media libanesi, nel mirino dei militari israeliani ci sarebbe la periferia della località libanese di al-Dhayra. Gli stessi media riferiscono di razzi che sarebbero stati lanciati in direzione di Israele dalla zona nei pressi del campo palestinese di Rashidiyeh, a circa cinque chilometri a sud della città di Tiro.