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Chi è Elena Basile, l’ex diplomatica al centro delle polemiche dopo le sue parole a ‘Otto e mezzo’: “Peccato che gli ostaggi americani nelle mani di Hamas siano pochi”

Chi è Elena Basile

Ha fatto infuriare Aldo Cazzullo editorialista de Il Corriere della Sera e scaldato gli animi in ‘casa’ di Lilli Gruber. I due erano ospiti, insieme a Paolo Mieli, della trasmissione Otto e mezzoElena Basile, ex diplomatica, con questa frase ha scatenato una forte polemica che ancora oggi la vede protagonista: “Peccato perché in effetti, se fossero tanti gli ostaggi americani, gli Stati Uniti potrebbero avere un ruolo di mediazione“. L’argomento era, ovviamente, la guerra esplosa tra Israele e Hamas dopo l’attacco dell’organizzazione terrorista contro lo Stato Ebraico avvenuto lo scorso sabato. Furioso Cazzullo: “Ma come fa a dire una cosa del genere? Finché stiamo scherzando va bene, ma questo…Non è una buona notizia che ci siano pochi ostaggi americani? Ma cosa sta dicendo? Si vergogni della sua erudizione“.

Chi è Elena Basile, l’ex diplomatica

La Basile è già nota per alcuni suoi articoli scritti su Il Fatto Quotidiano con lo pseudonimo di Ipazia. In quegli editoriali, l’ex diplomatica si scagliava contro il governo del Presidente Zelensky, ritenuto colpevole di aver provocato la Russia e quindi di aver scatenato la guerra in Ucraina. Per questo motivo, dopo le frasi contro gli Usa e Israele, è considerata la nuova ‘Orsini‘. Nata a Napoli, il 26 dicembre 1959, la Basile si è laureata presso l’Università Orientale. Nonostante abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice. Ha prestato servizio a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona.

Le reazioni

Il Sndmae contro la Basile per il suo intervento di ieri sera a ‘Otto e mezzo‘. In una nota, il sindacato rappresentativo dei diplomatici italiani, pur nel rispetto delle libere opinioni di ognuno, “stigmatizza dichiarazioni ed interventi pubblici che gettano un’ombra sulla fedeltà ai valori repubblicani dei membri della carriera stessa, come quelle pronunciate dalla collega, ormai a riposo, Elena Basile, comunque mai iscritta al sindacato e mai pervenuta al grado apicale della carriera, come un utilizzo improprio del titolo di ambasciatrice farebbe presumere. La dottoressa Basile si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, e sebbene, dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice.

Il Sindacato rappresentativo dei diplomatici italiani

Non si tratta di una mera distinzione formale – puntualizza il Sndmaema di una corretta informazione del pubblico, dal momento in cui l’appellativo di ambasciatore/ambasciatrice incide direttamente sulla percezione dell’autorevolezza dell’interlocutrice. Sono più di cento i diplomatici italiani che rappresentano l’Italia nel mondo come capi missione con rigore e decoro, al servizio del Paese e dei suoi cittadini. Esprimiamo solidarietà e vicinanza di tutta la carriera diplomatica al popolo e allo Stato di Israele per il brutale attacco terroristico di sabato 7 ottobre. Uguali sentimenti sono rivolti a tutti i Paesi che, come l’Italia, hanno connazionali ricompresi nel novero dei rapiti dai terroristi di Hamas, senza distinzione alcuna“.