L'intervista
Intervista a Concetta Napoletano, madre di Francesco Pio Maimone ucciso a Napoli: “Abbiamo fiducia nello Stato ma è giunta l’ora di avere giustizia per mio figlio”
"Da quando mi hanno strappato via mio figlio la mia famiglia ed io non viviamo più. Francesco Pio ci manca ogni secondo. Non immaginavo di provare un dolore del genere. I figli non vanno tolti alle loro famiglie, servirebbero pene certe e più severe come l'ergastolo. Ma ho poca speranza, credo che le cose qui non cambieranno mai"
Cronaca - di Andrea Aversa
Ieri gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, coordinati dal Dirigente capo Alfredo Fabbrocini, hanno arrestato sette persone coinvolte nell’omicidio di Francesco Pio Maimone. La tragedia è avvenuta lo scorzo marzo a ridosso degli chalet presenti sul lungomare di Napoli. “Finalmente una buona notizia“, ha detto a l’Unità la madre del giovane, Concetta Napoletano. Il 18enne perse la vita a causa di una lite nella quale non c’entrava nulla. Un gruppo di giovani si erano affrontati e uno di loro prese una pistola ed esplose alcuni colpi d’arma da fuoco. I proiettili colpirono il povero Maimone.
Le indagini e gli arresti
Le indagini sono state condotte senza sosta, tuttavia l’arma del delitto non è stata ancora trovata. Tra le persone arrestate risultano la sorella e la nonna del presunto baby killer Francesco Pio Valda, 19 anni e un’infanzia segnata dal sangue e dalla violenza: suo padre, Ciro Valda affiliato al clan Cuccaro, fu ucciso dai killer della camorra nel 2013. Chi è finito in manette, secondo quanto appreso da l’Unità, non è risultato direttamente affiliato a qualche sodalizio criminale. Non erano tutti presenti quella sera sul luogo del delitto e né al momento dell’arresto, né dopo, hanno detto qualcosa di rilevante. “Ora aspettiamo che abbia inizio il processo – ha affermato la mamma di Francesco Pio – vogliamo solo avere giustizia“.
Intervista a Concetta Napoletano madre di Francesco Pio Maimone
Ieri ci sono stati sette arresti da parte della Polizia, come giudica il lavoro dello Stato?
“Ieri è stata per noi una bella notizia. Abbiamo profonda fiducia nelle forze dell’ordine. La polizia sta facendo un grande lavoro, fin dal primo giorno ci hanno dimostrato solidarietà e vicinanza. Ora aspettiamo solo l’inizio del processo“.
Signora come sta lei e la sua famiglia?
“Stiamo male, non è morto solo Francesco Pio, con lui è morta anche una parte di tutti noi. La nostra famiglia è distrutta. Mio figlio ci manca sempre, ogni secondo. Non avrei mai immaginato di provare un dolore così forte“.
Chi era suo figlio?
“Mio figlio era un bravo ragazzo. Un giovane che lavorava per realizzare il suo sogno, quello di diventare pizzaiolo. Un sogno spezzato da un altro giovane che lo ha ucciso. Ha ammazzato un ragazzo che non centrava nulla. Una vittima innocente della violenza che dilaga in questa città“.
Secondo lei bastano leggi repressive o sono necessari anche provvedimenti in ambito sociale e culturale?
“Sono necessarie pene certe e severe. Noi speriamo in una condanna all’ergastolo. Altre sentenze non servirebbero a nulla. Sono però contraria ad allontanare i figli dai propri genitori. Spesso le famiglie non sono del tutto responsabili di quello che fanno i loro ragazzi. In molte situazioni si fa l’impossibile eppure i giovani prendono strade sbagliate. Di sicuro lo Stato deve essere più presente in quartieri troppe volte abbandonati. Inoltre, i rappresentanti delle forze dell’ordine andrebbero pagati meglio“.
Prima e dopo l’omicidio di suo figlio ci sono stati altri tragici e simili casi di cronaca
“Lei si riferisce al drammatico caso di Giò Giò. Vede anche una settimana prima della morte di Francesco Pio, sempre a Mergellina, c’era stato un caso di violenza. Purtroppo ho perso la speranza. Sono stati troppi i giovani uccisi in questa città, spesso senza un motivo. Credo che Napoli non cambierà mai“.
Si è sentita abbandonata dalle istituzioni?
“Da un certo punto di vista si. Nel mio caso nei giorni successivi all’omicidio c’era la fila fuori casa mia. Il telefono non smetteva quasi mai di squillare. Improvvisamente sono tutti spariti. L’attenzione è calata e siamo stati dimenticati. Non abbiamo avuto nessun tipo di supporto, nessun tipo di aiuto neanche a livello psicologico“.
Cosa chiede alla politica?
“Chiedo, anche a nome di tutte le mamme coraggio di questa terra, che la battaglia per la verità e la giustizia non deve mai finire. Perché quello che è successo a noi potrebbe accadere a qualsiasi altra famiglia. E questo non è giusto“.