A Gaza la notte scorsa hanno segnalato “un’enorme palla di fuoco”. Continuano i bombardamenti israeliani sulla Striscia, a poco più di una settimana dagli attacchi dei terroristi di Hamas nel territorio dello Stato di Israele. E salgono i bollettini del conflitto, con almeno 2.760 vittime tra i palestinesi e almeno 1.400 israeliani uccisi. Per l’esercito israeliano sono 155 gli ostaggi nelle mani di Hamas. “Questo governo sta lavorando 24 ore al giorno e l’unità di Israele manda un chiaro messaggio alla nazione, al nemico e al mondo”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha aggiunto come Hamas “pensava che Israele si sarebbe spaccata, ma saremo noi a spaccare Hamas”. È un tempo sospeso, quello di queste ore di guerra: sospeso come l’assedio via terra, annunciato, dato inevitabile, ma non prima dell’evacuazione dei civili che però è un’operazione piuttosto impossibile.
Il valico di Rafah tra Gaza ed Egitto intanto è stato aperto, in corso i preparativi logistici per introdurre aiuti umanitari e consentire l’uscita di cittadini stranieri e palestinesi con doppia nazionalità. Smentita invece la tregua a sud di Gaza. “Non c’è per il momento un cessate il fuoco né l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri”, ha dichiarato l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Le forze di difesa israeliane hanno fatto sapere che sei alti esponenti di Hamas sono stati uccisi, tra questi il ministro dell’Economia, Jawad Abu Shamala, e Zakaria Abu Maamar, incaricato delle relazioni internazionali del movimento.
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Il premier ieri ha incontrato per la prima volta le famiglie di alcuni ostaggi dei terroristi islamici, dopo che nei giorni scorsi era stato contestato e invitato alle dimissioni per come lo Stato ebraico si sia fatto trovare così scoperto e impreparato. “Colpiamo Hamas, colpiamo le sue infrastrutture e diamo la caccia ai suoi comandanti. Categoricamente non stiamo cercando di colpire i civili”, ha dichiarato il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Jonathan Conricus.
Altri attacchi di Israele in Libano contro le infrastrutture del gruppo militante islamico sciita Hezbollah. Israele, a seguito degli scontri a fuoco scoppiati nei giorni scorsi e considerata la tensione sempre più alta al confine a nord, ha deciso di evacuare la popolazione che risiede a ridosso del confine con il Libano ad una distanza inferiore a 2 chilometri. La tensione è sempre più alta alla frontiera Nord e anche con l’Iran, che non ha escluso un intervento se la guerra dovesse continuare e dopo l’agguato all’alto funzionario dell’intelligence Akiki. “Le politiche e le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese”, ha dichiarato intanto il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas secondo Wafa.
Netanyahu ha invitato il Presidente americano Joe Biden a visitare Israele. Biden stesso ha dichiarato in un’intervista a “60 Minutes” della Cbs che l’occupazione da parte di Israele della Striscia di Gaza sarebbe “un grosso errore” e che non ci sono prove del coinvolgimento dell’Iran nell’attacco di Hamas di sabato 7 ottobre. Per il presidente degli Stati Uniti la differenza fondamentale tra le vittime israeliane e quelle palestinesi è che lo Stato ebraico “sta dando la caccia a un gruppo di persone che hanno commesso una barbarie tanto grave quanto l’Olocausto. E quindi penso che Israele debba rispondere. Devono attaccare Hamas. Hamas è un branco di codardi. Si nascondono dietro i civili. Mettono i loro quartieri generali dove ci sono i civili, gli edifici e cose simili. Ma sono sicuro che gli israeliani faranno tutto ciò che è in loro potere per evitare l’uccisione di civili innocenti”.
L’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, ha affermato che Israele non ha intenzione di rioccupare Gaza, una specie di risposta alle parole di Biden alla Cbs. “Non abbiamo alcun interesse ad occupare Gaza o a restarci, ma poiché stiamo lottando per la nostra sopravvivenza e l’unico modo è annientare Hamas, dovremo fare tutto il necessario per distruggere il loro potenziale”, ha detto alla CNN. Il ministero della Sanità di Hamas, citato da Haaretz, ha rivisto al rialzo il bilancio delle vittime della ritorsione israeliana: 2.750. Oltre 9.700 i feriti. Per i media vicini ad Hamas i raid condotti nella scorsa notte dall’aeronautica militare israeliana nella Striscia di Gaza “sono stati i più violenti” dall’inizio della risposta dello Stato ebraico all’attacco di Hamas di sabato 7 settembre.
L’agenzia umanitaria dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha fatto sapere che 14 suoi membri sono stati uccisi negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. 5:00 – Il direttore generale della Mezzaluna Rossa palestinese, Marwan Jilan a CNN ha descritto la situazione già estrema nella Striscia di Gaza. “La distruzione a Gaza è immensa. Non abbiamo mai visto nulla di simile”. Gli ospedali sono costantemente bersaglio di bombardamenti e stanno per esaurire il combustibile disponibile. Mancano cibo, acqua, medicinali e carburante.