“Fiducia politica” e “stretto ed efficace coordinamento strategico”. Il Presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin si sono incontrati a Pechino nell’ambito del terzo Forum (i primi due nel 2017 e nel 2019) sulla nuova Via della Seta, il grande progetto infrastrutturale della Cina, la “Belt and Road Initiative”. Un’ora e mezza di faccia a faccia, le immagini dei due leader che attraversano le sale del vertice seguiti da uno stuolo di persone a dichiarare l’alleanza “solida come una roccia” che era stata ribadita appena prima dell’invasione dell’Ucraina. Sull’agenda del vertice sicuramente anche la guerra alle porte dell’Europa e il conflitto tra Israele e Hamas su cui Putin sta provando a proporsi come mediatore internazionale.
Era il secondo viaggio del Presidente russo all’estero dopo l’invasione che ha scatenato la guerra in Ucraina, la prima grande missione presso una grande potenza globale dopo l’inizio dell’“operazione speciale”. La Corte di Giustizia dell’Aia ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto internazionale per “presunti crimini di guerra”. A Pechino è stato accolto come l’ospite d’onore. Delle due parti, quella forte è sicuramente la Cina che dall’inizio del conflitto in Ucraina e dalle sanzioni occidentali applicate a Mosca, ha visto aumentare esponenzialmente la sua influenza sulla Russia. Le sue esportazioni verso la Russia sono aumentate del 57% soltanto quest’anno.
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Presenti 130 Paesi. L’iniziativa “Belt and Road Initiative” è partita dieci anni fa. La nuova Via della Seta è per Xi Jinping è l’unica strada per garantire uno sviluppo “di alta qualità” e una modernizzazione non isolata alla Cina ma “pronta a compiere sforzi per modernizzare tutti i Paesi del mondo”. Putin ha aggiunto come i due Paesi condividano il “desiderio di una cooperazione equa e reciprocamente vantaggiosa per raggiungere il progresso economico e il benessere sociale a lungo termine, rispettando il diritto di ciascun Paese al proprio modello di sviluppo” e come la Belt and Road si adatti “ai processi di integrazione che si stanno sviluppando in varie regioni. È anche in sintonia con le idee russe sulla creazione di un circuito di integrazione in cui la libertà di commercio, investimenti e lavoro sarebbe pienamente garantita”.
Il Presidente cinese ha ricordato come dal 2013, e quindi in dieci anni, abbia incontrato Putin 42 volte. “Miriamo a rafforzare la connettività in termini di politiche, infrastrutture, commercio, finanza e tra i popoli, e a dare nuova linfa all’economia globale”, ha dichiarato Xi Jinping aggiungendo che “la Cina è pronta a lavorare con la Russia per difendere la giustizia internazionale, promuovere pace, prosperità e sviluppo comune”. Sia Pechino che Mosca vantano rapporti stretti con l’Iran, che appoggia sia Hamas che Hezbollah. Cina e Russia hanno condannato i massacri e chiesto la fine delle violenze. Pechino ha grande influenza economica sul Medio Oriente, soprattutto sull’Iran. L’inviato speciale cinese Zhai Jun arriverà in settimana in Medio Oriente per spingere per un cessate il fuoco e colloqui di pace.
Putin ha aggiunto che l’obbiettivo è raggiungere 200 miliardi in scambi commerciali e invitato i Paesi interessati a collaborare allo sviluppo della rotta del Mare del Nord. Il Presidente russo ha incontrato anche il primo ministro ungherese Viktor Orban secondo cui Budapest “cerca di salvare tutto ciò che può” nel suo rapporto con la Russia e “non ha mai voluto lo scontro con la Russia. Al contrario, il nostro obiettivo è sempre stato quello di stabilire ed espandere i contatti reciproci, e ci siamo riusciti. Tuttavia, a causa dell’operazione militare e delle sanzioni, le nostre relazioni hanno sofferto molto”. La società statale russa per l’energia atomica Rosatom in Ungheria sta costruendo una centrale nucleare. Orban – che ha partecipato a tutti i tre forum BRI – ha confermato l’adesione del suo Paese alla Belt and Road Initiative e per questo ha ricevuto gli apprezzamenti di Xi Jinping. L’Italia se n’è tirata fuori.