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Fermata la Mar Ionio: non ha obbedito ai libici

Fermata la Mar Ionio: non ha obbedito ai libici

Ieri mattina la Nave Mare Jonio ha sbarcato nel porto di Trapani 69 persone, tra cui un’intera famiglia con tre bambini di 7, 5 e due mesi di vita, soccorse nella serata di lunedì nel Mediterraneo Centrale. “Subito dopo lo sbarco comandante e armatore sono stati convocati in Capitaneria di Porto dove, con Guardia di Finanza e Questura di Trapani, è stato notificato il doppio provvedimento di applicazione del Decreto Legge “Piantedosi” del 2 gennaio 2023: sanzione fino a 10mila euro e fermo amministrativo della nave per 20 giorni a partire da oggi per la sua violazione”.

Lo ha annunciato Mediterranea Saving Humans. “A nave Mare Jonio vengono contestati due fatti: innanzitutto di non aver ottemperato alle istruzioni dell’Mrcc di Roma che, dopo la prima segnalazione dell’imbarcazione in pericolo, ci aveva indicato di contattare e metterci agli ordini del cosiddetto “centro di coordinamento del soccorso marittimo libico”; in secondo luogo, di non aver richiesto alle stesse Autorità Libiche l’assegnazione di un porto di sbarco. In pratica nave Mare Jonio viene pesantemente sanzionata per essersi rifiutata di consegnare 69 tra donne, uomini e bambini, appena strappati al rischio della morte per annegamento in mare, a quelle milizie che li avrebbero riportati nei campi di detenzione da cui fuggivano”.

Sempre sul fronte immigrazione, Action Aid mette nero su bianco i costi sostenuti finora per i Cpr. In tre anni, dal 2018 al 2021, 53 milioni complessivi, con un costo medio di ciascuna struttura di un milione e mezzo l’anno. Ogni posto ha un costo medio annuo di 21mila euro. A darne conto è il report ‘Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari.

Un lavoro di analisi che passa al setaccio il sistema di “detenzione” dei centri di permanenza tra il 2014 e il 2021, con dati raccolti attraverso 51 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 30 richieste di riesame. Dei 53 milioni spesi, quasi 15 milioni spesi per la manutenzione dei Cpr, di cui oltre il 60% è stato utilizzato per interventi di manutenzione straordinaria, cioè ristrutturazioni dovute a danneggiamenti.