I dati
2 milioni e 400mila immigrati producono il 9% del PIL
I lavoratori immigrati producono 154,3 miliardi di Valore Aggiunto. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in agricoltura ed edilizia. Continua anche l’aumento degli imprenditori immigrati
Additati come pericolosi invasori dalla propaganda securitaria di certe forze politiche, gli immigrati si confermano invece una formidabile risorsa per il nostro Paese. Lo dimostrano ancora una volta i dati del rapporto annuale 2023 della Fondazione Leone Moressa sull’economia dell’immigrazione, presentato ieri alla Camera dei deputati e al Viminale. La popolazione straniera residente in Italia si conferma stabile a quota 5 milioni ad inizio 2023, pari all’8,6% del totale.
L’età media degli stranieri è 35,3 anni, contro i 46,9 degli italiani. Gli indicatori demografici spiegano bene la diversa tendenza: tra gli stranieri vi sono 11,0 nati ogni mille abitanti e 2,0 morti; tra gli italiani, 6,3 nati e 13,0 morti per mille abitanti. Significativo anche il numero di stranieri “naturalizzati” italiani: 133 mila nel 2022, per un totale di 1,4 milioni negli ultimi 11 anni. Nel 2022 sono stati 338 mila i Permessi di Soggiorno rilasciati dall’Italia, picco massimo dell’ultimo decennio. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, che rappresentano quasi un quinto del totale. I 67 mila ingressi per lavoro del 2022 sono frutto del Decreto Flussi 2021 (Governo Draghi) e sono dunque destinati ad aumentare nei prossimi anni a seguito dei Decreti del Governo Meloni, che ha previsto 122 mila ingressi per lavoro nel 2023 e 452 mila nel periodo 2024-2026.
Dopo la flessione dovuta alla pandemia, il tasso di occupazione degli stranieri (60,6%) torna a superare quello degli italiani (60,1%), pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-Covid. Gli occupati stranieri sono 2,4 milioni e si concentrano nei lavori manuali: l’incidenza degli stranieri, infatti, è mediamente del 10,3% sui lavoratori totali, ma raggiunge il 28,9% tra il personale non qualificato. I lavoratori immigrati producono 154,3 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in agricoltura (15,7%), ed edilizia (14,5%). Continua l’aumento degli imprenditori immigrati, che nel 2022 sono 761 mila (10,1% del totale). Incidenza più alta al Centro-Nord e nei settori di Costruzioni, Commercio e Ristorazione.
Dopo la pandemia, torna a crescere il numero di contribuenti immigrati: si tratta di 4,3 milioni di contribuenti (10,4% del totale), che nel 2022 hanno dichiarato redditi per 64 miliardi di euro e versato 9,6 miliardi di Irpef. Rimane alto il differenziale di reddito pro-capite tra italiani e immigrati (circa 8 mila euro annui di differenza), conseguenza diretta della concentrazione occupazionale. Rimane positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 27,4 miliardi), con +1,8 miliardi di euro in attivo.
Quella che emerge dal rapporto della Fondazione Moressa è “la fotografia della società italiana, nel quale è un dato oggettivo che il contributo dei lavoratori stranieri sia indispensabile”, osserva il segretario e deputato di +Europa Riccardo Magi che ha ospitato la presentazione dello studio alla Camera . “I nostri governi, avrebbero tutto l’interesse di investire in accoglienza, in integrazione, in formazione e in inclusione dei lavoratori stranieri legali”. Come? “Intanto modificando la normativa italiana sugli ingressi regolari per motivi di lavoro”, spiega Magi, “e poi anche modificando la legge Bossi-Fini e consentendo la regolarizzazione in modo stabile a chi è già nel nostro Paese”.